19 marzo, Festa del papà… in Italia. Storia e curiosità
La Festa del Papà è una ricorrenza civile diffusa in alcune aree del mondo, celebrata in onore della figura del papà. La data in cui si festeggia, però, varia da Paese a Paese. Chi furono i primi a festeggiarla e quando è stata istituita? Dalla figura di San Giuseppe al ruolo di una ragazza americana di 26 anni, vediamo insieme le origini di questa ricorrenza che coincide con la fine dell’inverno.
La Festa del Papà nasce nei primi decenni del XX secolo, complementare alla Festa della Mamma, per festeggiare la paternità e i padri in generale.
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La ricorrenza è celebrata in tutto il mondo, ma in date diverse: il 19 marzo, ad esempio, in Paesi come l’Italia, la Spagna, il Portogallo e in alcuni stati del Sud America, perché viene fatta coincidere con il giorno di san Giuseppe. Negli Stati Uniti, invece, il Daddy’s day si celebra la terza domenica di giugno, mentre in Russia il 23 febbraio, in corrispondenza con il Giorno dei difensori della patria. In Scandinavia (Norvegia, Finlandia, Svezia), poi, la seconda domenica di novembre.
La prima Festa del papà
Già nel 1871 la Chiesa Cattolica aveva proclamato San Giuseppe, festeggiato il 19 marzo, protettore dei padri di famiglia e patrono della Chiesa universale. Come sintetizzava papa Leone XIII: «In Giuseppe hanno i padri il più sublime modello di paterna vigilanza e provvidenza; i coniugi un perfetto esemplare d’amore, concordia e fedeltà coniugale».
Le origini però sembrano documentate negli Stati Uniti. Il 19 luglio 1910 il governatore dello Stato di Washington proclamò il primo Father’s Day della nazione. Una giovane donna, Sonora Smart Dood, ispirata probabilmente da un sermone sentito alla Festa della Mamma dell’anno precedente, dedicò la festa al veterano di guerra William Jackson Smith, simbolo della figura paterna. Ancora prima, nel 1908, la causa della Festa del Papà era stata sostenuta da una chiesa della Virginia con un sermone in memoria di 362 uomini morti nel crollo di una miniera. Nel 1909 una ragazza cresciuta da un vedovo aveva già cercato di creare la ricorrenza. La festa fu organizzata proprio nel mese di giugno perché in tale mese cadeva il compleanno del padre della signora Dodd, veterano della guerra di secessione americana.
Festa laica o religiosa?
In Italia la Festa del papà ha radici religiose. Nel calendario della Chiesa, infatti, il 19 marzo si festeggia San Giuseppe, padre putativo di Gesù. Il culto di questo santo arriva dall’Oriente, anche se i primi a diffonderlo furono alcuni monaci benedettini dopo l’anno Mille (1030 circa), seguiti poi dall’ordine dei Servi di Maria nel XIV secolo e dai francescani nel Quattrocento. Fu Papa Sisto IV (nato Francesco della Rovere, 1414 -1484) a iscrivere la festa nel calendario romano. Nel 1871 la Chiesa cattolica proclama San Giuseppe protettore dei padri di famiglia e patrono della Chiesa. Fino al 1976, in Italia il 19 marzo era ritenuto festivo anche agli effetti civili (venne soppresso con la legge n. 54 del 5 marzo 1977).
San Giuseppe, in quanto archetipo del padre, nella tradizione popolare protegge anche gli orfani, le giovani nubili e i più sfortunati. In accordo con ciò, in alcune zone della Sicilia, il 19 marzo è tradizione invitare i poveri a pranzo. In altre aree la festa coincide con la festa di fine inverno: come riti propiziatori, si brucia l'incolto sui campi da lavorare e sulle piazze si accendono falò da superare con un balzo.
La seconda festa (politica)
Esiste una seconda festa dedicata a sSn Giuseppe — San Giuseppe Artigiano — che cade il primo maggio e risale al 1955, istituita in risposta alla Festa dei lavoratori che aveva origini sindacali e socialiste. Così scrive Pio XII:«... Da lungo tempo pur troppo il nemico di Cristo semina zizzania nel popolo italiano, senza incontrare sempre e dappertutto una sufficiente resistenza da parte dei cattolici. Specialmente nel ceto dei lavoratori esso ha fatto e fa di tutto per diffondere false idee sull’uomo e il mondo, sulla storia, sulla struttura della società e della economia. Non è raro il caso in cui l’operaio cattolico, per mancanza di una solida formazione religiosa, si trova disarmato, quando gli si propongono simili teorie; non è capace di rispondere, e talvolta persino si lascia contaminare dal veleno dell’errore».
Dolci tipici e falò
La festa del 19 marzo è caratterizzata anche da due tipiche manifestazioni, che si ritrovano un po’ in tutte le regioni d’Italia: i falò e le zeppole. Dato che San Giuseppe coincide con la fine dell’inverno, la festa si è sovrapposta ai riti di purificazione agraria. Il falò segna il passaggio dall’inverno alla primavera: in molte regioni viene bruciato un fantoccio, la «vecchia». La zeppola, invece, pare riprenda la storia della fuga in Egitto: per mantenere la famiglia in quel periodo — secondo una leggenda — Giuseppe si trovò a vendere «frittelle».
Il dolce tipico della festa ha varianti regionali ma per lo più a base di creme e/o marmellate, con pasta choux. A Roma sono chiamati Bignè di San Giuseppe e vengono tradizionalmente preparati fritti, sebbene attualmente sia diffusa anche la cottura al forno. A Napoli, invece, prende il nome di zeppola di San Giuseppe, anch’esse fritte o al forno, con sopra crema pasticcera e marmellata di amarene.
In Toscana e in Umbria è diffuso come dolce tipico la frittella di riso, preparate con riso cotto nel latte e aromatizzato con spezie, liquori e fritta. In Emilia-Romagna, invece, il dolce tipico della festività è la raviola (piccolo involucro di pasta frolla o pasta di ciambella richiuso sopra una cucchiaiata di marmellata, crema o altro ripieno, poi cotta al forno o fritta).
In alcune regioni del centro Italia (soprattutto Toscana, Umbria e Lazio) sono diffusi dei dolcetti, sempre fritti, a base di riso cotto nel latte a cui si aggiungono a piacere vin santo, uva passa o canditi e che vengono chiamati frittelle.
In Sicilia sono presenti diversi tipi di dolci consumati specialmente durante questa festività come le Sfince di San Giuseppe; inoltre, tipici della tradizione catanese e diffusi in tutta l'isola, sono i dolci fritti a forma di tocchetti o bastoncini, sempre a base di riso, aromatizzati con buccia d'arancia e miele, noti come zeppole di riso o crispelle di riso.
Insomma, che si festeggi il 19 marzo o in qualsiasi altra data, che si onori con zeppole o sfinci, la Festa del Papà rimane sempre e comunque una delle ricorrenze più sentite di sempre.