Alcune persone hanno la tentazione di scusarsi continuamente. Questo atteggiamento, che può sembrare innocuo, meccanico o addirittura sintomo di gentilezza non fa molto bene a chi lo compie in quanto abbassa la stima di sé ed è indicatore di ansia.
Alcune persone, nel loro eloquio, utilizzano le parole "scusa" o "mi dispiace" in modo costante, tanto da non rendersi nemmeno conto di farlo. Le casistiche sono infinite e vanno dal normalissimo «Scusi, posso chiedere un'informazione?» che è una semplice formula di buona educazione, all'inserimento di formule di perdono in contesti dove non servono. Avete notato che alcune persone, se vedono qualcuno inciampare o far cadere un oggetto, gli chiedono scusa, pur non essendo in alcun modo coivolti in tale azione? Per molti l'utilizzo di questa formula è quasi maniacale.
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Eppure, continuare a scusarsi mentre si parla non dà luogo a un eloquio positivo e sano. Perché?
Spesso le scuse ripetute vanno a segnalare agli altri che stiamo cercando di liberarci di un peso di qualche tipo (comunemente, l'ansia sociale) ed è vero che spesso questo automatismo maschera angosce e paure legate alla relazione. Spesso, però, le altre persone si stancano o si scocciano quando vedono qualcuno scusarsi troppo spesso, innescando così un atteggiamento reattivo e non protettivo rispetto all'ansia che viene comunicata.
Le formule di scusa, se vengono ripetute troppo spesso, tendono prima di tutto a perdere di valore, e poi finiscono per svalutare anche la persona che le pronuncia. Insomma: non si tratta del veicolo giusto per essere considerati rispettosi ed educati o per incrementare la nostra socialità. Spesso, poi, la scusa viene intesa come una sorta di jolly, parola magica che dovrebbe ristabilire l'equilibrio perduto sollevando una persona da qualsiasi responsabilità. Insomma, la richiesta di perdono potrebbe puzzare, agli occhi di molti, di "paraculaggine".
Non dimentichiamo, poi, la componente inconscia che si attiva se chiediamo scusa troppo spesso. Così come tenere sempre le spalle incurvate porterà una persona a sentirsi sempre un po' abbacchiata anche se non si spiega come, chiedere perdono continuamente contribuirà ad abbassare l'autostima del soggetto.
A questo punto, diciamolo: in linea teorica non c'è niente di male a utilizzare continuativamente parole come "scusa" e "mi dispiace", trattandosi fondamentalmente di un tic come potrebbe essere mordersi le unghie o toccarsi i capelli. L'importante non è fare guerra aperta a questa tentazione, ma piuttosto riconoscere la sua natura di tic, appunto, senza credere che si tratti solo di educazione.
Il problema, infatti, nasce quando davvero pensiamo di doverci scusare per qualsiasi cosa e ci consideriamo, insomma, dei disastri ambulanti e non delle persone dotate di pregi e capacità.
Se così è, avete decisamente bisogno di riscoprirvi e di rimettere al centro il vostro valore, smettendo di considerarvi sbagliati e iniziando a capire che, spesso, non c'è proprio niente di cui scusarsi.
Ogni volta che chiedete scusa meccanicamente state dicendo: "so che non merito di essere qui e di fare quello che faccio"; ma non è vero e siamo sicuri che, dentro di voi, lo sapete.