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Se la passione si spegne
La mancanza di passione nella coppia è una delle principali cause di insoddisfazione nel mondo delle relazioni. All'inizio la passione ed il desiderio pervadono la coppia, poi tutto si affievolisce fino a diventare un lontano ricordo. Perché ciò si verifica e cosa fare per riuscire a contrastare questa situazione?

La parola passione, dal latino tardo passio-onis, der. di passus, part. pass. di pati “patire, soffrire” si contrappone direttamente ad azione, e indica perciò la condizione di passività da parte del soggetto, che si trova sottoposto a un’azione esterna e ne subisce l’effetto sia nel fisico sia nell’animo. Nell’uso comune, la passione è intesa come un sentimento intenso e violento (per lo più di attrazione/eccitazione o repulsione verso un oggetto o una persona), che può turbare l’equilibrio psichico e le capacità di discernimento e di controllo.

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È ritenuta uno dei tre componenti fondamentali delle relazioni. Secondo la teoria triangolare dello psicologo statunitense Sternberg, provare passione per il proprio partner è un requisito indispensabile per sviluppare un amore completo.

Da cosa nasce questo sentimento? Qual è la sua funzione? La spiegazione più accreditata, ad oggi, è quella dataci dalla psicologia evolutiva. Secondo questa disciplina, per comprendere le nostre emozioni, dobbiamo risalire alla loro funzione agli albori della specie umana. La passione serviva ai nostri antenati per assicurare la riproduzione. Quando si formava una coppia, i due membri provavano un desiderio talmente forte da desiderare sempre l’accoppiamento. Una volta nati i figli, quest’emozione non aveva più ragione d’essere.

Se osserviamo quanto accade con le coppie di oggi, è facile notare una correlazione con il modello appena descritto. Quando due persone iniziano a uscire insieme, attraversano la cosiddetta limerenza: è la fase in cui due persone provano un’attrazione smisurata l’una per l’altra. A livello cerebrale, vengono secreti tutti i tipi di neurotrasmettitori e la passione raggiunge il suo picco massimo. Tuttavia, a mano a mano che la relazione avanza, quest’iniziale energia si estingue e la passione si riduce. Gli altri due fattori-l’impegno e l’intimità- acquistano maggiore protagonismo, mentre il desiderio sessuale a poco a poco si spegne.

Ma c’è di più. Alcune ricerche hanno dimostrato che l’intimità e la passione sono in certa misura incompatibili. L’ossitocina, il principale ormone che rinforza il vincolo amoroso, è anche il responsabile della riduzione del desiderio sessuale che i membri della coppia provano l’uno per l’altro.

La mancanza di passione nella coppia nel tempo è assolutamente normale. L’essere umano non è nato, in termini evolutivi, per mantenere un’unica relazione per tutta la vita. Questo significa forse che sia impossibile riuscirci? Secondo alcuni esperti come Helen Fisher, non è necessariamente così.

Ad ogni modo, tra le cause del crollo della libido vi sarebbero svariati fattori: la nascita dei figli, le incomprensioni e i conflitti di coppia, la conoscenza approfondita delle abitudini dell'altro e il fatto che uomini e donne ricerchino il sesso in momenti diversi della giornata. A questa domanda qualcuno ha risposto - non si sa se in tono ironico o amaro - che la soluzione è "spegnere la luce". Ebbene sì, forse è proprio da qui che una coppia potrebbe ripartire per "ritrovarsi".

Al fine di riacquistare e/o mantenere viva la scintilla della passione i partner dovrebbero impegnarsi a lasciare fuori dalla camera da letto le preoccupazioni per il lavoro e per i figli ed a concedere spazio alla leggerezza, alla comunicazione emotiva e sessuale e, perché no, spegnere la luce per dare libero sfogo alla fantasia.

La durata delle nostre passioni non dipende da noi. Il tempo passa, le persone cambiano e non sempre il cambiamento di due persone segue la stessa direzione. A volte le strade percorse prendono diverse direzioni, indipendentemente dalla nostra volontà. Quando ci si rende conto di non riuscire più a comunicare all’altro i nostri sentimenti, quando capiamo che i suoi comportamenti non ci sono più così familiari come in passato, cominciano a nascere problemi.

Succede che una coppia si divida anche se, all’inizio del loro rapporto, tutti avrebbero scommesso che fossero la coppia perfetta, questo dimostra che la fine di un amore non è la conseguenza di una scelta iniziale sbagliata ma è piuttosto la conseguenza dell’incapacità di prevedere il futuro, i cambiamenti che subentreranno e i nuovi bisogni che insorgeranno

Il problema è riuscire a predire quale di queste caratteristiche sarà più importante, a lungo termine, nella nostra relazione e come il nostro partner si evolverà sotto questi punti di vista.

Robert Sternberg, noto psicologo statunitense, ci viene in soccorso proponendo una suddivisione delle qualità che sembrano aumentare di importanza con il passare del tempo e di quelle che, invece, rivestono un’influenza variabile. Secondo i suoi studi, le qualità che aumentano di importanza-quelle, quindi, da tenere assolutamente presenti fin dall’inizio della nostra scelta-sono: condivisione di valori e credo religioso; tolleranza dei difetti altrui; personalità interessante; attenzione per l’altro. Non tutto però è così semplice: lo stesso Sternberg ci avvisa che alcuni pregi possono assumere un’importanza variabile, a seconda degli individui e delle condizioni: attrazione fisica, abilità sessuale, capacità di entrare in empatia, predisposizione ad esprimere i propri sentimenti, livello intellettuale simile.

Che fare dunque? Rischiare, affidandoci solo al nostro istinto oppure optare per una scelta ragionata valutando con attenzione tutti i possibili sviluppi? Forse, la cosa migliore da fare è seguire cuore e ragione, recuperando un po’ di indipendenza: aumenterà la vostra autostima e magari spingerete il vostro partner a guardarvi con occhi diversi!



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