Le donne appaiono, secondo diversi studi, molto più provate rispetto agli uomini quando escono da un matrimonio.
Per quanto la dimensione di coppia sia ancora percepita come la più naturale, nell’ultimo decennio il numero di single è aumentato. E lungi dall’essere infelici del loro stato, alcuni desiderano rimanere soli. Un recente studio dell’università di Yale ha scoperto infatti che sono più del previsto i “cuori solitari” che non desiderano stringere rapporti a lungo termine. Ma quali sono i retroscena di questa scoperta?
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Prima di tutto analizziamo i risultati dello studio. Questo ha coinvolto 600 persone, tutte eterosessuali, single e con un’età media di 50 anni. A ciascun partecipante è stato chiesto quanto fosse importante per lui avere un rapporto sentimentale a lungo termine. Le risposte sono risultate differenti in base alle passate esperienze di vita.
Ha infatti dichiarato di non volere avere una relazione seria il 28% delle persone che non hanno mai avuto una relazione romantica; il 32% di coloro che, pur avendo avuto relazioni, non si sono sposati; ben il 41% di coloro che avevano l’esperienza di un matrimonio alle spalle.
A prima vista la conclusione dello studio potrebbe essere che avere l’esperienza di un matrimonio fallito può far nascere un pregiudizio nei confronti di nuove relazioni. E questo è pur vero, ma bisogna considerare un fattore molto importante che prima non abbiamo menzionato, cioè il genere dei partecipanti allo studio.
Infatti, tra gli ex sposati che non volevano ripetere l’esperienza di una relazione seria c’era il 30% circa degli uomini contro il 55% circa delle donne! Questo significa che una separazione o un divorzio “segna” molto più le donne.
Questo studio non sboccia nel vuoto, ma va a completare idealmente i risultati di altre ricerche. Secondo un sondaggio a cura della Standford University il 69% dei divorzi è richiesto da donne, mentre il 31% da uomini. Un altro studio della Bowling Green State University ci informa che il 37% degli uomini divorziati torna a vivere una relazione stabile dopo qualche anno, mentre solo il 22% delle donne si rimette in gioco.
Ma perché il matrimonio è così logorante per le eterosessuali di genere femminile? Una ricerca pare chiarirlo: il motivo è che per una donna il partner è 10 volte più stressante di un figlio. Un marito, a quanto pare, dà molto più “lavoro” che un neonato, tra cure pratiche, sostegno emotivo e pulizie domestiche (alle quali pare che ancora pochi contribuiscano). Alle donne, in conclusione, mancano sia il sostegno materiale sia il sostegno emotivo. Ecco allora che lo studio secondo cui gli uomini sposati sono più soddisfatti delle donne di pari condizione non sembra più dare risultati casuali.
È possibile trovare una soluzione a questo spiacevole stato delle cose? Certamente, e anzi, i recenti cambiamenti culturali stanno già puntando in questa direzione. Per rendere il matrimonio un’esperienza più piacevole per entrambi i partner è necessario continuare a scommettere sulla parità di genere. Finché il peso del matrimonio (emotivo e pratico) continuerà a gravare su uno solo dei partner, ci sarà sempre qualcuno di infelice. Se invece le coppie punteranno a un’equità il più possibile piena, anche i divorzi potrebbero diminuire.