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La fortuna: perché a qualcuno sì e ad altri no?
La fortuna non coincide con la buona sorte: è invece un intreccio di caso, predisposizione, rete di conoscenze e talento.

Da sempre l’essere umano si interroga sulla fortuna, quella forza invisibile che sembra distribuire doni e colpi bassi senza un apparente criterio. Perché alcune persone vincono premi, trovano occasioni uniche o incontrano le persone giuste al momento giusto, mentre altre, pur impegnandosi con costanza, faticano a ottenere risultati?

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Dal punto di vista scientifico, ciò che chiamiamo “fortuna” è spesso il risultato del caso: un insieme di eventi del tutto indipendenti dalla nostra volontà. L’estrazione di una lotteria, ad esempio, non ha nulla di magico: è pura probabilità. Eppure, la percezione soggettiva può trasformare un evento casuale in un segno di destino o in un’ingiustizia.

Le statistiche mostrano che eventi rari capitano a qualcuno semplicemente perché, in una popolazione numerosa, prima o poi accadono. Se milioni di persone acquistano un biglietto della lotteria, è inevitabile che qualcuno vinca. Ma dal punto di vista del singolo, il vincitore sembra “baciato dalla fortuna”.

Secondo gli psicologi, però, la fortuna non è solo questione di caso. Richard Wiseman, studioso britannico, ha dimostrato che esistono realmente delle persone fortunate: non lo sono, però, perché hanno un destino speciale, ma perché sviluppano abitudini e atteggiamenti che aumentano le loro possibilità di cogliere opportunità. Infatti:

  • Sono più aperte a nuove esperienze.
  • Tendono a notare dettagli e possibilità che altri ignorano.
  • Mantengono un atteggiamento positivo, che le rende più disponibili a tentare e più attraenti nelle relazioni sociali.

In questo senso, la “fortuna” è anche una disposizione mentale.

Oltre all’apertura, all’atteggiamento positivo e al caso c’è un altro fattore determinante per lo sviluppo della “fortuna”: è la rete di conoscenze. Chi ha relazioni ampie e diversificate ha infatti più occasioni di ricevere informazioni, opportunità di lavoro, inviti, proposte. Non è magia, ma semplicemente una probabilità aumentata. Quindi se volete aumentare la vostra fortuna… iniziate con lo stringere buone amicizie.

Infine, come diceva Seneca: “La fortuna non esiste: esiste il momento in cui il talento incontra l’opportunità”. In altre parole, quando siamo preparati, ogni circostanza favorevole diventa una porta che possiamo varcare. Senza preparazione, anche la migliore occasione può passare inosservata o restare inutilizzata.

In conclusione, la fortuna non è un dono capriccioso che alcuni ricevono e altri no. È un intreccio di caso, atteggiamento mentale, relazioni sociali e preparazione personale. Non possiamo controllare tutto, ma possiamo aumentare le probabilità di essere fortunati coltivando apertura, curiosità, resilienza e capacità personali.

Così, forse, la prossima volta che diremo “che fortuna!”, scopriremo che, almeno in parte, ce la siamo creata da soli.



 Commenti (1)
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  1. desiderata73, San Pietro In Bevagna (Puglia)
    Non condivido nulla di quello scritto nell'articolo.. gli anziani dicevano "la fortuna ti deve volere" ed è così... io faccio tutto ciò sopracitato ma nn succede nulla.. mi devo sudare tutto e nn ottengo grissi risultati.. eppure nn penso che io sia meno o valga meno degli altri... Seneca ormai è superato e anche tutte le altre teorie...


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