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I musicisti hanno più problemi di salute mentale: perché?
Sono varie le ragioni per cui cantanti e musicisti sono più soggetti a sviluppare malattie mentali: una sensibilità innata, ma anche le regole di un’industria musicale spesso caotica e disumana.

Kurt Cobain, Amy Winehouse, Avicii, Sinead O'Connor e tanti altri artisti di altissimo livello hanno sofferto di problemi di salute mentale. Sembra, studi alla mano, che per i musicisti professionisti la vita possa essere più difficile che per noi.

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Sappiamo che la musica ha un potenziale terapeutico enorme, e non a caso è utilizzata per alleviare i problemi di salute mentale di migliaia di persone. La musicoterapia può riguardare il semplice ascolto di brani, ma anche la pratica con uno strumento. E più si suona, più l’umore migliora.

Lo stesso non accade ai musicisti professionisti che sì, trovano nella musica il senso della loro esistenza, ma spesso anche una condanna. Secondo gli studiosi dell'Università di Westminster i musicisti hanno un rischio di soffrire di depressione triplicato rispetto alla popolazione generale. Un’altra ricerca, condotta dalla Help Musicians Foundation, ha rivelato che oltre il 70% degli artisti musicali soffre o ha sofferto di problemi di salute mentale.

Ma perché i musicisti sono così a rischio di cadere nel baratro della depressione o di altri disturbi? Le ragioni sono tante.

Alcuni studi suggeriscono che il cervello delle persone creative sia “speciale”: ci sarebbero maggiori connessioni tra le regioni cerebrali associate alle emozioni, alla memoria e al pensiero divergente. Ciò significa idee innovative, ma anche una emotività esagerata che può esporre a dei rischi.

A queste caratteristiche biologiche vanno aggiunti i problemi pratici. La vita dei musicisti è spesso segnata dall’instabilità di vita, che tra tour e prove è sempre mutevole, e dall’instabilità finanziaria, dato che il lavoro non è continuativo né garantito (specie tra i non famosi). Questi sono indubbi fattori di stress.

Inoltre la paura del palcoscenico, l’ansia sociale, il senso di vuoto durante i tour e gli attacchi di panico possono avere un impatto molto negativo sulla mente dei musicisti, anche ad alti livelli. E soprattutto ad alti livelli, dove i soldi girano, si ricorre alla droga come “tappabuchi” emozionale. Per reggere a ritmi eccessivi di attività, per combattere l’ansia da palco o semplicemente per dormire, molti artisti si rivolgono all’uso di sostanze. Queste, oltre a causare una forte dipendenza, possono deteriorare la salute fisica e mentale, provocando anche attacchi psicotici.

Aggiungiamo poi le crisi emotive, che tutte le persone sperimentano nella loro vita e che capitano anche ai musicisti. Da queste brutte esperienze spesso nascono i migliori capolavori musicali, ma anche problemi che possono avere un’eco più forte in un quadro di personalità già fragile.

Sono sempre di più gli artisti, come Selena Gomez, J. Balvin e Chris Martin, che si sono aperti e hanno raccontato al mondo dei loro problemi di salute mentale. La loro testimonianza può essere importante per sensibilizzare la popolazione e abbattere lo stigma sulle malattie psichiche. Ringraziamo quindi questi “bravi e dannati” perché rendono un servizio a tutti noi. Speriamo però che l’industria musicale cambi e si faccia sempre più a misura d’uomo, per rispetto nei confronti di chi ci lavora (che, anche quando è famoso, è sempre un essere umano).



 Commenti (1)
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  1. omar7211, Biella (Piemonte)
    È anche saputo e confermato da molti giornali che, molti musicisti facevano uso di sostanze stupefacenti, causa importante dell'insorgenza di malattie mentali


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