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Arte e terapie creative: cosa sono e come funzionano?
Discipline come la pittura, la scultura, il teatro, la danza e la scrittura possono essere praticate anche senza un diretto fine artistico, ma come strumento di terapia.

L’arte in tutte le sue forme (pittura, teatro, danza, scrittura…) è la nuova frontiera delle discipline alternative per la crescita personale. Grazie all’utilizzo dei colori o dei movimenti del corpo, la persona può elaborare un passato difficile, aumentare l’introspezione e migliorare il suo benessere.

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Come funzionano le sedute di arteterapia? È difficile dare una “ricetta” universale perché ogni incontro si basa sulle esigenze peculiari del “paziente”. Tuttavia, la grande differenza rispetto alla psicoterapia o al coaching sta nel fatto che si agisce piuttosto che parlare. Anziché raccontare a parole un trauma vissuto, lo si può fissare su un foglio di carta o lo si può interpretare col corpo. L’arteterapia, dunque, è perfetta per i bambini ma anche per chi vuole fare un percorso di crescita personale pur avendo problemi di comunicazione.

Secondo l’American Art Therapy Association, i professionisti di arteterapia appositamente formati sanno interpretare i segnali sottili e le metafore presenti nella creazione artistica e sono in grado di utilizzarli per dare beneficio al “paziente”. Infatti, per quanto dedicarsi all’arte sia in sé terapeutico, non c’è paragone tra dedicarsi alle attività da soli o in compagnia di un professionista. Solo quest’ultimo è in grado di canalizzare la creazione artistica verso un fine terapeutico in senso proprio.

Le forme di arteterapia sono molteplici e permettono a chiunque di seguire un percorso di crescita personale rispettando le proprie inclinazioni. Una delle forme più conosciute è l’arteterapia visiva, che propone attività come il disegno, la pittura, il collage o la scultura. In questo contesto, il fare artistico diventa un modo per dare forma a pensieri e sentimenti difficili da esprimere a parole. È particolarmente utile in situazioni di disagio emotivo, traumi, difficoltà comunicative o disabilità.

La musicoterapia, invece, sfrutta il potere del suono e della musica per entrare in contatto con le emozioni e migliorare la comunicazione. Può essere praticata in forma attiva, attraverso il canto o l’uso di strumenti musicali, oppure in forma recettiva, attraverso l’ascolto guidato. È spesso impiegata con persone che presentano disturbi neurologici, come l’Alzheimer, o in casi di autismo, depressione e ansia.

Un’altra forma molto diffusa è la danzaterapia, o danza movimento terapia. Qui è il corpo il mezzo espressivo principale. Il movimento, guidato o spontaneo, aiuta a sviluppare la consapevolezza corporea, liberare emozioni bloccate e migliorare la relazione con sé e con gli altri. È utile, ad esempio, nel trattamento di traumi, disturbi psicosomatici o problematiche legate all’autostima.

Anche il teatro può avere una forte valenza terapeutica. Nella teatroterapia, le persone sono invitate a mettere in scena emozioni, ruoli, conflitti, in un ambiente protetto. L’improvvisazione, il gioco di ruolo e la narrazione permettono di esplorare dinamiche interiori e relazionali, favorendo nuove consapevolezze e possibilità di cambiamento.

Per chi ama le parole, esistono anche la scrittura terapeutica e la biblioterapia. Scrivere un diario, una poesia o una storia può diventare un modo potente per rielaborare esperienze difficili, dare senso ai vissuti e promuovere l’autoconoscenza. Anche la lettura di testi significativi, accompagnata da una riflessione guidata, può avere un impatto profondo.

Infine, la fototerapia utilizza le immagini fotografiche, sia scattate che osservate, per stimolare la memoria, riflettere sull’identità e facilitare il racconto di sé. È uno strumento spesso impiegato nei percorsi autobiografici o nella terapia del trauma.

Vorreste provare l’arteterapia? Se sì, a cosa vi dedichereste?



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