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Razionalizzazione: come fa il manipolatore a usarla per ingannarci
Siamo abituati a pensare che i manipolatori facciano leva soprattutto sulla parte istintiva di noi, ma possono piegare a loro vantaggio anche la razionalità.

La razionalizzazione è il meccanismo attraverso il quale motiviamo a noi stessi le azioni che abbiamo compiuto o vorremmo compiere: è un vero e proprio meccanismo di difesa quando, di fronte ad azioni che riteniamo sbagliate, aiuta a giustificarle. Se ad esempio io urlo contro qualcuno, mi giustifico dicendo che egli mi ha portato all’esasperazione e non avrei potuto far altro: questo è il modo in cui la mente razionalizza un avvenimento “strano” o “estremo”.

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La razionalizzazione può essere uno strumento potente nelle mani dei manipolatori, che possono con essa traviare i pensieri delle loro vittime.

Il manipolatore fa uso della razionalizzazione in tre fasi: prima progetta di compiere un’azione eclatante, poi la razionalizza a se stesso e successivamente presenta l’esito alla vittima. Ad esempio un manipolatore può tradire e poi, davanti al partner, può giustificare il tradimento dicendo “di esserci stato portato” perché si è sentito non abbastanza accolto, amato, eccetera. In questo modo, con un “giro di frittata” logico, la colpa del tradimento va a ricadere su chi lo ha subito e non su chi lo ha fatto.

Di solito il manipolatore usa la razionalizzazione in modo consapevole, scegliendo di fare leva sui punti più deboli della vittima come la scarsa autostima o la tendenza a sentirsi in colpa. Se la vittima ha un interesse speciale o un’altra persona cui dà attenzioni, il manipolatore potrebbe accusarla di averlo trascurato per concentrarsi su altro: in questo caso farebbe più facilmente breccia nel cuore della persona accusata, portandola a sentirsi manchevole.

La razionalizzazione è una strategia che, purtroppo, funziona molto bene perché costruisce una narrazione logica e razionale intorno a un evento. Mentre, ad esempio, uno scoppio di violenza può essere facilmente razionalizzato dalla vittima e spiegato come una cattiveria da parte del carnefice, se è il carnefice stesso a proporre una razionalizzazione a lui favorevole il risultato si ribalta e la vittima tende a dargli credito. Insomma, se una persona picchia un’altra senza spiegazioni otterrà più facilmente la ribellione, se invece una persona picchia un’altra dandole un perché otterrà la sua sottomissione.

L’unico modo di salvarsi dai manipolatori che usano la razionalizzazione è arrivare a comprendere la verità potendo beneficiare di un punto di vista diverso. Ecco perché è molto importante non avere un unico interlocutore nella vita, ma tanti, una rete “sicura” di persone con cui confrontarsi su ciò che accade.

Quando è sottoposto a una critica esterna il castello di razionalizzazioni del manipolatore crolla facilmente e ci rendiamo conto di ciò che lui è. Infatti il manipolatore ha presa sulla vittima finché essa è inconsapevole delle dinamiche che vengono mosse intorno a lei o va in negazione di tali dinamiche per paura, una paura che la presenza di amici cari, professionisti e familiari può attenuare.

Sapere, studiare come funzionano le strategie di manipolazione è utilissimo per chi vuole difendersi: prima il manipolatore viene smascherato, meno danni potrà fare.



 Commenti (3)
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  1. sunflora, Molteno (Lombardia)
    Tipico comportamento di una persona narcisista. Abituata a manipolare l' altro in momenti di debolezza della presunta vittima
  2. cri_cri62, Udine (Friuli-Venezia Giulia)
    Avete fatto un esempio sbagliato... Conosco molte persone, specie donne, che se hanno tradito lo hanno fatto per sopravvivenza, dopo anni di trascuratezza fisica, emotiva da parte di un partner che nemmeno le vedeva. Sono storie che esistono. Non sempre una giustificazione è indice di manipolazione.
  3. behumane, Milano (Lombardia)
    Il manipolatore? Ci sono più profili fakes su questa chat che quelli che la Russia di Putin spaccia per il mondo


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