Il modello patriarcale, anche se sembra ideato per proteggere gli uomini garantendo loro la supremazia, in realtà ha delle pesanti conseguenze anche su di loro. Per questo va superato in favore di un nuovo equilibrio tra i sessi.
Negli ultimi anni si parla molto, e a ragione, di quanto sia necessario smantellare la mentalità patriarcale tendendo a una vera eguaglianza di genere. Nel 2021, iniziato da pochi mesi, abbiamo assistito già a 12 femminicidi (4 donne uccise dai loro compagni ogni mese) e il capo dello Stato ha ribadito, nelle celebrazioni dello scorso 8 marzo, che la nostra società sta fronteggiando una vera e propria emergenza relativa al rapporto tra i sessi.
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La mentalità patriarcale, che si trasmette di generazione in generazione, ha conseguenze decisamente negative sulle donne, ma non si pensa così spesso che un tale modello pesa, e molto, anche sugli uomini. In altre parole questo modo di pensare non paritario, che sembra avvantaggiare l'elemento maschile, porta anche al "vincitore" più danni che benefici.
Il modello del "maschio dominante", tanto quanto quello della donna sottomessa, è un modello che presenta determinate caratteristiche:
- Si mostra "chiuso", non elastico, non negoziabile.
- Tende a un ideale e quindi è idealistico.
La chiusura, unita all'idealità, porta a pensare un modello di uomo che di fatto è irreale e che taglia fuori migliaia e migliaia di persone. Nel corso dell'educazione dei ragazzi, non solo quella data dai genitori ma anche quella che si forma nel contesto scolastico e amicale, tante caratteristiche naturali del soggetto vengono represse. Pensiamo solo a tutti gli elementi della natura umana che sono votati all'accudimento, all'affetto e alla tenerezza, e a come troppo spesso passino per essere femminili e inadatti al "vero uomo".
Il modello patriarcale vieta ai maschi di realizzarsi completamente come persone, sopprimendo le capacità individuali e gli istinti più genuini, impedendo loro di familiarizzare con le proprie emozioni e di esprimerle quando vorrebbero. Si crea in ogni momento una scissione tra quella che dovrebbe essere la spontaneità di alcuni comportamenti e il dovere di reprimerli perché "effeminati" dando luogo a un conflitto interiore continuo.
A volte, si creano dei comportamenti distruttivi per la persona (pensiamo ad esempio all'abuso di sostanze) dovuti solo al tentativo di affermare e convalidare la propria virilità. Lo stesso si potrebbe dire per alcuni comportamenti aggressivi ed evitanti.
Secondo uno studio di genere condotto dal ricercatore israeliano Bareket, anche per gli uomini più "equilibrati" le conseguenze del patriarcato sull'amore possono essere devastanti: molti maschi, afferma il Bareket, possono incontrare difficoltà ad amare le donne dalle quali sono carnalmente attratti, e al contrario se amano incorrono in difficoltà sessuali. Si tratta di un problema culturale che discende da una incomprensione limitante del ruolo e della natura della donna, ma anche della sfera affettiva maschile naturale. La dicotomia castità-promiscuità crea un'idea di donna statica e manichea (o santa o bagascia) inducendo una pesante confusione nell'uomo e una reale difficoltà ad amare davvero, da essere umano ad essere umano.
Oggigiorno sembra che l'idea patriarcale sia in crisi e che sempre più uomini la combattano consapevolmente, eppure c'è ancora molto da fare per estirparla. Di sicuro, si tratta di una delle maggiori sfide che abbiamo di fronte, perché tutti meritiamo di riappropriarci dell'amore, quello vero, al di là di una assurda "guerra dei sessi".