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Quando un amico tradisce
L’amicizia è uno dei sentimenti più forti che legano due o più persone. È il motore di una relazione basata su reciprocità, disponibilità, condivisione, supporto, affetto e fiducia. Il venir meno di uno o più degli elementi che la nutrono, può incrinare irrimediabilmente il rapporto, causando sofferenza e delusione.

Con il termine amicizia si indica un tipo di relazione interpersonale, accompagnata da un sentimento di fedeltà reciproca tra due o più persone, basato sul rispetto, la sincerità, la fiducia, la stima e la disponibilità reciproca.

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Il tema dell'amicizia è al centro di innumerevoli opere dell'arte e dell'ingegno; fu trattato in filosofia da Aristotele e Cicerone ed è oggetto di canzoni, testi letterari, opere filmiche e via dicendo. A volte però questo legame si squarcia,  uno degli attori rompe quel tacito patto presente nell’amicizia, lasciando l’altro attonito, annichilito, incapace di reagire.

La reazione è duplice: da una parte, delusione e disillusione verso quello che da un momento all’altro è diventato il nostro ex amico; dall’altra, rabbia verso noi stessi, così ciechi ed ingenui da esserci fidati della persona sbagliata.

Si susseguono stati d’animo diversi e contrapposti, desiderio di vendetta, speranza di poter recuperare l’amico, rancore, senso di vuoto.

Probabilmente, a ben guardare, qualche cambiamento più o meno evidente nelle consuetudini del nostro rapporto con l’amico si era verificato. Forse la normale evoluzione che attraversa ogni persona, o una qualche temporanea urgenza emotiva aveva “distratto” l’amico dal rapporto di condivisione che avevamo vissuto insieme. Poco importa, di colpo ci troviamo orfani di una parte di noi.

Proviamo delle sensazioni simili alla delusione amorosa; è solo questione di sfumature e, se è vero che l’amore e l’amicizia non sono equivalenti, a volte questi “concetti” tendono a mescolarsi e sovrapporsi, fino a diventare difficilmente separabili. Ammirazione, stima, affetto, sono connotazioni che si prestano a definire entrambi. A tale scopo, un primo chiarimento ci arriva dal sociologo e psichiatra Paolo Crepet, che ci spiega come in amore sia possibile perdonare una trasgressione, considerandola un episodio a sé, in nome di un rapporto più solido e duraturo. Nell’amicizia, invece, questo non è possibile. “Il tradimento dell’amicizia fatica a trovare giustificazioni perché l’amicizia non è di per sé accomodante, è più dogmatica dell’amore, non accetta sfumature di comodo ma solo colori primari. Se viene tradita è per sempre e raramente ciò avviene per questioni futili o superficiali”.

I tentativi di giustificarsi hanno poco effetto perché l’amicizia non si fonda su sentimenti dichiarati, più o meno enfatizzati, ma su fatti indiscutibili che la vita valuta in modo definitivo.

Nell’amicizia, inoltre, non c’è e non può esserci l’esclusiva come in amore: l’amico non è soltanto mio, ed è normale che egli abbia anche altri amici, senza che questo venga visto come un tradimento dall’amicizia che mi lega a lui. Il cardine attorno al quale ruota l’amicizia è, infatti, la condivisione di una parte dell’intimità con un’altra persona con la quale c’è particolare sintonia di carattere, temperamento, modo di essere.

Se l’amicizia è condivisione dell’intimità, vuol dire che in essa condividiamo una parte di noi stessi. Per questo il tradimento fa male.

Ma l’uomo non può vivere felice se decide a priori di fare a meno degli altri, per quanto la sua vita possa avergli riservato le peggiori delusioni. Ogni essere umano è fatto per la relazione, anche se questa, a volte, può essere fonte di sofferenza. Anzi, è proprio un’esperienza dolorosa a farci compiere una maggiore conoscenza di noi stessi. La rabbia offusca la mente e non permette di vedere le cose con lucidità ma è importante fare un passo indietro, fermarsi a riflettere sulla natura degli eventi, sulla relazione e su eventuali segnali di frattura.

Questo potrebbe ridimensionare la delusione del momento, aiutando a comprendere maggiormente il motivo dell’atto dell’altro, ammesso che ci sia, nonché l’eventuale propria responsabilità nella rottura. Non riduce la delusione e il dolore, ma permette di abbassare i livelli di rancore e rabbia, e trovare un modo più funzionale per vivere le proprie emozioni e gli eventi.

Provare ad ascoltare l’altro. Quando la rabbia è ridotta e si raggiunge un livello di lucidità tale da poter affrontare una conversazione con chi ci ha tradito, potrebbe essere utile provare a chiedere delle spiegazioni. Ascoltare l’altro e le motivazioni del tradimento può talvolta rivelarsi molto utile. Alcune volte, infatti, si scoprono motivazioni che mai sarebbero venute in mente, magari anche animate da buone intenzioni e motivi, come la preoccupazione dell’amico per il nostro benessere, o la nostra salute, che lo hanno condotto a rivelare ad altri un segreto confidato nel tentativo di trovare un modo per aiutarci. Altre volte invece, laddove non vi siano motivazioni valide ma solamente un desiderio meschino di ferire, chiedere spiegazioni permette di avere un confronto, manifestare il proprio malessere e non reprimere i sentimenti di delusione e amarezza, ma viverli rivelando all’altro la gravità del suo atto.

Se l’altro chiede scusa? Come essere certi che non sia un ulteriore atto meschino e base di un nuovo tradimento? Ovviamente la certezza di buone intenzioni non esiste e solo il tempo potrà rivelare la vera natura dell’amico e del suo ritorno. Chi ha vissuto il tradimento potrebbe scegliere la via della chiusura netta del rapporto e del non ritorno, o quella di “un’altra possibilità”. In questo secondo caso, sicuramente il dolore e la delusione rimangono, vanno affrontati nel tempo e si richiede al rapporto e all’amico una manifestazione di lealtà e azioni per riconquistare la fiducia persa. È una scelta che richiede coraggio e consapevolezza della possibilità di ricadere in un nuovo tradimento. È importante andare con calma nel confidarsi all’altro, nel dare fiducia e nel richiedere la condivisione. Solo il tempo potrà dire se è la scelta corretta oppure no.

In ogni caso, in amicizia come in amore, non esistono regole uniche e uguali per tutti, ma solo quello che dice il cuore e la testa dei singoli può determinare le scelte e far vivere le diverse situazioni nel modo migliore per sé, probabilmente non condiviso da altri e talvolta criticato. La verità forse è che, seppur con il buon senso e una buona dose di raziocinio, ognuno deve seguire quello che sente e crede sia giusto per sé, lasciando al tempo e agli eventi la possibilità di dimostrare la validità della decisione.



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