Il sentimento di odio o di rancore verso un ex o, in generale, verso una persona che ci ha fatto del male è un'esperienza molto comune. Ma, per dimenticare davvero, bisogna lasciarlo andare.
L'odio non è sempre il contrario dell'amore! Quando una persona ci abbandona, ci delude o ci ferisce, odiarla o fingere di farlo è una reazione normalissima, ma non ottiene gli effetti che speriamo. Crediamo, infatti, che tramutare il nostro amore in odio serva ad allontanare la persona in questione dal nostro cuore, mentre invece l'effetto finale è di mantenerci ancora legati a lei, anche per sempre.
Link sponsorizzato
Ogni separazione è assimilabile, in qualche modo, a un lutto, e occorre attraversare delle fasi ben definite per superarla. Una delle fasi più importanti è quella della rabbia, assimilabile al sentimento di odio. Molte persone ritengono che, una volta che la disperazione lascerà il posto alla rabbia, finiranno per stare meglio. Ma se la rabbia, l'odio e il rancore si protraggono significa piuttosto che la ferita non è ancora stata risanata.
Insomma: odio e rabbia sono a volte funzionali, sono normali e probabilmente anche fisiologici. L'odio, infatti, è preferibile al senso di depressione in quanto ha, almeno, la funzione di metterci in attività e di farci rivendicare il nostro valore al di là del torto subito. Ma l'odio, di fatto, si situa a uno stadio di accettazione immaturo.
L'odio, poi, è un sentimento che si collega con la debolezza. Le cause scatenanti sono ferite molto profonde come l'abbandono e il tradimento, e il sentimento che proviamo deriva da un dolore cocente legato a un'impossibilità di reagire nella pratica. L'odio è il sentimento di chi non si è potuto, a suo tempo, difendere come avrebbe voluto.
Non bisogna giudicare i propri sentimenti né soffocarli e anche l'odio, come l'amore, va accolto e capito, ma non va coltivato. Si tratta infatti di un sentimento che, senza produrre nessun riscatto e nessuna vendetta, corrode da dentro chi lo prova, mantenendolo in quello stato di debolezza da cui è scaturita la sua prima origine.
Odiare significa rimanere intrappolati in un vecchio film, quello in cui reciteremo sempre la parte della vittima. Accettare quanto è accaduto e lasciare andare i sentimenti negativi è, invece, il vero passo verso la liberazione, la fine del lutto, la risoluzione del dolore.
Il passato non può essere cambiato e colpevolizzare (o colpevolizzarsi) non serve a nulla, così come non serve a nulla rimuginare su quanto è accaduto sognando irrealizzabili diversi finali. Per quanto sia difficile, dovete pensare che un giorno tutto questo odio e questo dolore dovranno estinguersi e la pace con il passato dovrà essere fatta.
Cercate di non rimanere aggrappati all'odio, alimentandolo volontariamente o involontariamente, e fate invece il possibile per lasciarlo andare, guardando finalmente avanti e non più indietro. Non si tratta necessariamente di perdonare chi vi ha ferito, ma di riconoscere che non meritate di coltivare il buio dentro di voi e avete, invece, diritto alla luce e alla felicità.