L’amore vero probabilmente non è qualcosa che si trova, ma qualcosa che si costruisce.
Nella mitologia greca diverse entità governavano l’amore: la bella Afrodite, ma soprattutto il suo esuberante figlio Eros, sempre intento a lanciare i suoi dardi contro persone ignare che si ritrovavano di colpo innamorate. L’amore, per come ce lo hanno sempre raccontato, è qualcosa di capriccioso ma anche di magico (appunto, di sovrannaturale). Ogni epoca e ogni luogo ha le sue leggende, pensiamo alla favola giapponese del filo rosso del destino, o del nostro mito dell’anima gemella. Ma l’amore, nella realtà, sarà proprio così? Esiste una persona a cui siamo destinati o non esiste?
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Queste sono domande a cui ognuno, in cuor suo, può rispondere. Dobbiamo essere estremamente umili nei confronti dell’amore, che è e rimane un grande mistero. Ma se c’è una cosa che possiamo governare, è il nostro atteggiamento nei confronti di questo potente sentimento. Come ci comportiamo quando manca? Aspettiamo che arrivi il colpo di fulmine o andiamo attivamente in cerca di qualcuno che possa completarci?
Entrambi gli atteggiamenti hanno qualcosa di positivo e qualcosa di negativo. Infatti chi aspetta passivamente potrebbe finire per non mettersi nelle condizioni giuste per conoscere in profondità qualcuno: il suo atteggiamento attendista e la sua fiducia nel colpo di fulmine potrebbero fargli perdere occasioni. Non tutti i rapporti sbocciano all’improvviso: qualche volta sono necessari tempo e pazienza perché scatti la scintilla. D’altra parte, chi si mette attivamente alla ricerca potrebbe accontentarsi troppo facilmente, spinto magari dalla paura di non trovare subito l’altra metà della mela, e potrebbe così passare di fiore in fiore senza trovare pace.
Un “errore” che accomuna entrambi gli atteggiamenti è credere che esista un amore da favola, vero, puro e senza ombre. Infatti chi attende il colpo di fulmine e chi scalpita per trovare un partner possono essere accomunati dalla credenza che l’anima gemella sia qualcosa che si trova, non che cresce insieme a loro. Non stiamo con questo dicendo che la persona “della vita” non esista, ma che difficilmente le si inciampa addosso come può capitare quando si urta un sasso con il piede.
Innamorarsi non è possedere, non è trovare un “pezzo mancante”, ma aprirsi alla vulnerabilità e alla scoperta reciproca. È un processo, non un traguardo. Quando smetti di cercare l’amore ideale, ti accorgi che il sentimento può sbocciare in contesti inaspettati, con persone diverse da come le avevi immaginate. È proprio in questa libertà che l’amore trova terreno fertile.
Forse il paradosso più grande è proprio questo: il “vero amore”, se esiste, non è un’entità già pronta che dobbiamo rincorrere. È qualcosa che si costruisce giorno dopo giorno, con pazienza, presenza e impegno reciproco. È il risultato di scelte quotidiane, di gesti piccoli ma significativi, di accettazione delle imperfezioni dell’altro e delle proprie.
Diamo dunque una possibilità in più a persone che ci incuriosiscono, anche se sono apparentemente diverse dal nostro ideale; concediamoci di aspettare se non troviamo subito chi ci fa battere il cuore; coltiviamo l’apertura mentale e sentimentale per essere sicuri di essere pronti quando la persona giusta finalmente capiterà.