Superstiziosi di tutto il mondo, volete imparare come attirare la buona sorte? Sappiate che non servono rituali magici, ma il mindset giusto e tanto impegno.
La superstizione è un atteggiamento che ci accompagna da secoli e che si insinua ancora nelle pieghe della modernità. Le credenze secondo cui alcuni segnali (un gatto nero, un numero sfortunato) porterebbero la iella non sono scomparse del tutto, così come non sono scomparsi i rituali che servono a propiziare la fortuna.
Link sponsorizzato
La superstizione dona un illusorio senso di controllo: si crede che evitando alcuni comportamenti, o assumendone altri spesso bizzarri, la malasorte si allontanerà per lasciare il posto alla fortuna. In realtà queste credenze sono fallimentari, almeno dal punto di vista della psicologia, e vi spieghiamo perché.
Alcune persone sembrano essere molto fortunate e altre molto sfortunate. Al di là del caso, che può modificare drasticamente e drammaticamente la nostra vita senza che possiamo farci niente, il resto è una questione di prospettiva.
La vita di tutti è difficile, ma alcune persone, quelle che si ritengono fortunate, scelgono di concentrarsi sui pochi aspetti positivi; le persone che si ritengono sfortunate scelgono invece di mettere il focus sulle tante negatività che l’esistenza comporta. Ed è vero che gli aspetti negativi superano, per tutti, gli aspetti positivi, ma dal punto di vista della psicologia conviene sempre concentrarsi su ciò che è buono e di valore.
Perché? Beh, chi valorizza ciò che di bello la vita gli dona ha più probabilità di creare un circolo virtuoso di positività. Tenderà a impegnarsi di più, talvolta anche a osare, non passerà il tempo a piangersi addosso e prenderà in mano il timone della propria vita.
Chi è “sfortunato” adotta un atteggiamento disfattista, mentre chi è “fortunato” si rimbocca le maniche; chi è “sfortunato” ha paura di sbagliare, mentre chi è “fortunato” supera i propri timori.
Attenzione: il punto non è illudersi che tutto vada bene quando la propria vita è un disastro; il punto è imparare a interpretare la realtà in modo più ampio, cogliendo le potenzialità anche nel fallimento e soprattutto agendo per tirarsi fuori dal pantano. Questa profusione di energie si tradurrà facilmente in quella che potremmo chiamare fortuna.
Come allenarci, dunque, a essere più fortunati? Proviamo a mettere in pratica questi consigli:
- Pianifichiamo gli obiettivi: lasciare le cose al caso rende più facile incappare nel fallimento, mentre organizzarsi implica tenere conto degli imprevisti ed elaborare possibili soluzioni.
- Pensiamo positivo: alleniamoci a vedere il buono in ciò che ci capita per essere sicuri di afferrare al volo le opportunità che la vita ci presenta.
- Prepariamoci: essere competenti è importante in questo mondo. Studiare, aggiornarsi, fare di tutto per restare al passo permette di essere più consapevoli e autorevoli sul lavoro, ma anche nella vita.
- Assumiamoci le nostre responsabilità: incolpare la sfortuna per un evento negativo serve a scaricarsi delle responsabilità, ma non permette di riflettere sui cambiamenti che è possibile adottare. Chi sa assumersi le proprie responsabilità sa anche gettare i semi del cambiamento.
In conclusione, la fortuna è qualcosa che raramente capita a caso, ma è qualcosa che si costruisce. Fare del proprio meglio per attirare la positività nella propria vita, impegnandosi, è il migliore antidoto contro la malasorte.