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Non uscire è la nuova normalità?
Secondo le statistiche sono sempre più in calo le attività all’aperto e le uscite con gli amici. La pandemia ha avuto un ruolo? È un trend che si può invertire?

Stasera non mi va di uscire. Ordinerò una pizza a domicilio, la mangerò sul divano e guarderò un film”. Quanti di voi hanno detto almeno una volta questa frase? E quanti di voi hanno pensato che questa è proprio l’idea di serata perfetta?

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Non uscire è diventato un vero e proprio trend. Secondo alcune ricerche, il tempo trascorso fuori casa sarebbe diminuito del 16% tra gli anni pre e post pandemia. Già: la pandemia. Ricordate quando abbiamo scoperto (o riscoperto) lo smart working, l’esercizio fisico in casa, i pasti consegnati a domicilio e le piattaforme di streaming? Ricordate quando messaggiare con gli amici è diventato più normale che vederli dal vivo? Sembra che stiamo vivendo un prolungamento della “sindrome della capanna” che durante il periodo del Covid-19 aveva fatto tanto discutere.

La riduzione maggiore delle attività all’aperto, sempre secondo le statistiche, ha riguardato proprio le uscite in gruppo e al ristorante. Forse la crisi economica è parte in causa, ma a ben vedere anziché tornare al “muretto” si preferisce comunque rimanere sul divano. O anche a letto: sembra che le ore di sonno pro capite siano aumentate costantemente dal 2019 al 2023.

Ma quali sono le conseguenze? La riduzione delle attività all’aria aperta comporta una minore esposizione alla luce solare e un minor movimento fisico, che si traducono in sintomi come mancanza di energie e stanchezza cronica. Ma le conseguenze più allarmanti si registrano sul piano psicologico: stare sempre da soli riduce di molto le abilità sociali, che come un muscolo dovrebbero essere sempre tenute allenate.

Chi sperimenta una riduzione delle abilità sociali potrebbe cominciare a soffrire di ansia sociale, anche quando normalmente non ne sarebbe soggetto. I rapporti potrebbero diventare più difficili e faticosi, tanto da far provare una repulsione che spinge ad allontanarsi ulteriormente dalla dimensione collettiva.

Sono poi dietro l’angolo sonnolenza e apatia, che portano a poltrire anziché a dedicarsi ad attività interessanti. Allora l’intera vita diviene meno ricca di stimoli e si riduce a una dinamica casa-lavoro-casa ancora più asfissiante per chi lavora, ad esempio, in smartworking e non ha nemmeno la possibilità di uscire per raggiungere l’ufficio.

Sforzarsi di uscire un po’ di più non serve solo ad assaporare il bello della vita, ma fa bene allo spirito. Siamo tutti invitati a trascorrere più tempo fuori casa, facendo sport, incontrando gli amici, o anche semplicemente facendo shopping in centro e non tramite gli e-commerce.



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