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Lotte di potere con i figli: quale alternativa?
Piuttosto che assumere il ruolo del “poliziotto” con i figli, è molto meglio adottare un approccio collaborativo.

I genitori sono umani! Per quanto possano stare attenti a comportarsi sempre nel modo giusto, capiterà di cadere in tranelli come ad esempio l’ingaggiare lotte di potere con i figli. Le lotte di potere sono un’abitudine diffusa ma nociva, che spesso nasconde un’idea sbagliata di cosa significhi essere genitore.

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Forse ti è spesso capitato di litigare con i tuoi figli. Hai rivolto o ricevuto parole offensive, creando e subendo un clima di tensione. Alla fine del litigio, forse, ti sei sentito triste e in colpa. Non avresti voluto alzare la voce con le persone che ami di più al mondo, ma allo stesso tempo non vedevi una via d’uscita per “raddrizzare” questi figli tanto ribelli. Ma ribelli lo erano davvero, o piuttosto quella che si è creata in famiglia è stata una lotta per il potere?

Immagina di volere che tuo figlio indossi un cappotto rosso, mentre lui preferisce un cappotto simile ma nero. Tu insisti e insisti perché lui si infili il cappotto rosso, e alla fine magari l’hai vinta, ma nel complesso hai creato un litigio inutile. Sì, perché anche il cappotto nero, quello preferito dal figlio, era adeguato alla situazione. La tua è stata una lotta di potere, anche se non te ne sei reso conto. In questo caso la “ribellione” del figlio è piuttosto un grido d’allarme: non lo stai ascoltando abbastanza.

Le lotte di potere sono molto più frequenti nelle famiglie a forte impronta gerarchica, dove il genitore è il leader e i figli i suoi sottoposti. Diversamente accade nelle famiglie democratiche, dove i membri stabiliscono relazioni orizzontali di fiducia reciproca. Ciò non significa che i genitori abbiano un ruolo simile a quello dei figli, anzi! Ma il punto è che nella famiglia democratica, a prescindere dal ruolo, ogni persona riceve lo stesso rispetto. Tutto cambia quando ci si inizia a porre come guide dei propri figli, e non come i loro proprietari.

Prova a pensare alla tua famiglia non più come una piramide con te in cima, ma come una squadra. In un gioco di gruppo tutti i membri hanno l’interesse a raggiungere determinati obiettivi insieme, senza perdersi in giochi di potere personali sul campo. Infatti in popolari sport come il calcio o la pallavolo i “passaggi” sono fondamentali e non emerge mai un giocatore solitario che porta a termine l’azione da solo. Nella famiglia, attraverso interazioni dinamiche, tutti vincono quando riescono a far funzionare il rapporto.

L’idea di passare da un assetto di famiglia gerarchica a un’organizzazione più democratica ti intriga, ma hai paura che i figli “se ne approfittino”? In realtà quello che di norma accade è il contrario: i figli che sentono di avere voce in capitolo all’interno della famiglia tendono ad avere una maggiore autostima, ad assumersi più responsabilità e a essere più collaborativi. Sarai sorpreso di vedere come reagiscono i ragazzi, ma anche i bambini più piccoli, quando si sentono ascoltati!



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