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Sul diritto di essere single in una società che ci vuole in coppia, prima che felici
Riappropriamoci del diritto di essere single come stato naturale, e non come fase “di passaggio”.

“Allora, stai uscendo con qualcuno?”; prima o poi alle persone single arriverà questa domanda. All’inizio si può pensare che sia una semplice curiosità, ma dopo un po’ diventa snervante. Le persone single si trovano a combattere ogni giorno contro le aspettative di una società che sembra non accettare il fatto che possano stare bene così come sono, senza uscire per forza con qualcuno.

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Sembra banale sostenere che molte delle sventure dei single assediati dalle domande scomode derivino dalle commedie romantiche, eppure c’è un fondo di verità. Nei film in cui è presente un single, capita inevitabilmente che questi attraversi delle fasi: nella prima andrà in cerca di sesso senza impegno; nella seconda si struggerà perché non riesce a trovare un’anima gemella; nella terza si concentrerà su se stesso e i propri sogni e proprio in quel momento comparirà un bellissimo nuovo amore. Proprio non ce la facciamo a non considerare l’essere single come una fase di passaggio che dovrà concludersi il prima possibile per fare posto alla “vita vera”, ovviamente da vivere in coppia.

Viviamo in un mondo dove si dà per scontato che la felicità sia essere fidanzati e che tutti provino desiderio o attrazione per almeno uno dei due sessi (spoiler: no, esistono anche le persone asessuali). Può essere normale desiderare di trovare un partner se si è single o rimpiangere una relazione finita, ma quanto conta in tutto questo l’aspettativa sociale?

Sembra che l’unico compito importante per un single sia mettersi alla ricerca dell’altra metà della mela, e che tutte le altre relazioni (amicali, familiari, di comunità) sono messe in secondo piano rispetto alla necessità di trovarsi in coppia. La cosa peggiore è che chi non è “in cerca” è tenuto in qualche modo a giustificarsi, ad esempio dicendo che è troppo impegnato con il lavoro o che la relazione precedente è finita in modo troppo traumatico e ancora fa male.

Dovremmo imparare (tutti, a livello di società) a normalizzare l’essere single come una condizione possibile, e in certi casi anche desiderabile; come una realtà comune, non come una fase di passaggio. La vita può essere piena o vuota che si sia single oppure in coppia, tutto dipende da come viene vissuta. Ricominciamo a valorizzare i veri desideri della persona e smettiamola di aderire a regole sociali che oggi sono tanto stringenti quanto lo erano cento anni fa, anche se si tende a fare finta di no!

Sei in cerca di un amore? Fai benissimo. L’unica cosa che conta per te ora è l’amicizia? Fai benissimo. L’importante è che tu segua il tuo cuore fregandotene di quello che pensano gli altri. E se la prossima volta che ti chiederanno: “Allora, stai uscendo con qualcuno?” la risposta sarà: “No”, andrà bene così!



 Commenti (1)
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  1. ladyfalco62, Torino (Piemonte)
    Sono d'accordo con tutto quello che è scritto nell'articolo. "Vivi e lascia vivere" è sempre stata la mia frase preferita. Vivere in coppia, essere sposati non, sempre, vuol dire essere felici. Io mi sento molto sola anche se ho un compagno, quindi non date retta alle critiche ma siate ciò che vi fa sentire felici.


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