Nirvam home page
Area personaleChatRicercaEsci
Mio Profilo|Mia Area Riservata|Mio Partner Ideale|Miei Avvisi|Mio Account
 Messaggi ricevuti 
 Messaggi inviati
 Messaggi cancellati
 Scrivi un messaggio
 Articoli 
 Visite al mio profilo 
 Richieste Chat 
 Mi hanno votato 
 Sono loro amico 
 Ho votato per loro
 I miei amici
 Lista nera
Mia area
 Attendono accesso 
 Ho autorizzato
 Ho negato accesso
Aree altri utenti
 Attendo accesso da...
 Sono autorizzato da... 
 Autorizzazioni negate 
Magazine
Registrazione richiesta
Per votare o inserire commenti è necessario registrarsi a Nirvam
Lacrime di gioia: perché si può piangere dalla contentezza?
Le lacrime, spesso associate al dolore e alla tristezza, possono sorprendentemente fluire anche in momenti di pura felicità.

Non è un mistero che anche in momenti di intensa felicità si possa piangere: forse è capitato anche a voi. Mentre il pianto è comunemente associato al dolore, alla perdita o alla frustrazione, può anche manifestarsi come una reazione intensa di gioia, gratitudine o commozione. Ma perché questo accade?

Link sponsorizzato

A livello psicologico le lacrime non sono qualcosa di positivo o negativo: sono semplicemente la manifestazione visibile di uno stato emotivo intenso. Quando sperimentiamo un'intensa emozione, il nostro corpo può reagire in modi imprevedibili, rilasciando grandi quantità di neurotrasmettitori tra cui l'endorfina e l'ossitocina, che possono influenzare il nostro stato emotivo e fisico. Nel caso in cui nel nostro cervello è presente una carica emotiva molto alta, il corpo la esprime attraverso una varietà di manifestazioni che possono includere riso, grida, movimenti di diverso genere e infine anche le lacrime.

Il pianto ha una funzione molto importante per il nostro organismo: il fluire delle lacrime esercita una importante funzione di autoregolazione emotiva. Ciò significa che piangendo “scarichiamo” un’emozione che è talmente intensa da non poter restare solo nella nostra testa.

È un pregiudizio l’idea che le emozioni negative siano le più intense. Certo, è vero che quando ci si sente male spesso si piange; ma pensiamo a quante lacrime si vedono, per esempio, durante i matrimoni o le nascite dei bambini! Basterebbero questi esempi per determinare con assoluta sicurezza che le lacrime sono una delle tante possibili espressioni della gioia.

Più che essere un segno di debolezza, il pianto dalla gioia può essere visto come un atto di liberazione emotiva e di connessione con il nostro io più autentico. Dovremmo normalizzare il pianto di gioia, come siamo abituati a fare con il pianto associato alla tristezza: non c’è nulla di più sincero di una lacrima!

Vi diremo di più: le lacrime possono anche essere finte, simulate, cercate, ma in nessun caso si riesce a farlo correttamente. I migliori analisti sono in grado di capire quando una persona, in una determinata circostanza, sta facendo finta di piangere per dissimulare le proprie emozioni. Quando piangiamo tutta la nostra faccia si muove e si contrae in un modo specifico. Il pianto autentico non dovrebbe essere mai nascosto perché è l’espressione più pura della sincerità. Nel caso di un evento gioioso, permettersi di dare sfogo al pianto può essere un modo per esprimere l’infinita gratitudine che proviamo per gli altri e per la vita.



 Commenti
Accedi o Registrati per inserire commenti e valutazioni.


Consigli utili Condizioni d'uso Privacy policy Cookie policy Contattaci