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Quando bisogna chiedere “cosa siamo?” in una frequentazione (e come farlo)
All’inizio di una frequentazione romantica è normale e giusto non voler definire il rapporto, non volerlo “ingabbiare”. C’è bisogno di un tempo, più o meno lungo a seconda dei casi, in cui ci si conosce, ci si studia, si vivono esperienze insieme e ci si lascia anche un po’ andare agli eventi.

Capire dove si vuole andare è un processo, ed è piuttosto sbagliato decidere a priori quale tipo di relazione si vuole instaurare. Tuttavia, a un certo punto, sarà pur necessario dare una definizione al rapporto, chiedersi e chiedere “che cosa siamo”. Ma quando farlo?

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Non c’è una ricetta universale che stabilisca quando è il momento di definire una relazione. Di solito il bisogno arriva quando uno dei due sente il bisogno di una rassicurazione.

È umanissimo il desiderio di essere voluti, considerati e soprattutto scelti; di sapere, insomma, di essere “gli unici” per qualcuno. Quando si avverte questo bisogno non c’è motivo di reprimerlo per paura di una cattiva reazione del partner, anzi è bene assecondare la propria sensazione e chiarire il legame, se questo fa sentire più tranquilli e più liberi.

Chiedere “cosa siamo” non è mai sbagliato, anche se prima di porre la fatidica domanda all’altro è necessario prima dare una risposta chiara a se stessi. A volte l’esigenza di ufficializzare potrebbe essere più una risposta alla propria ansia o alle pressioni esterne che un vero desiderio. Ma se si riconosce che la voglia di definire un legame è genuina, come farlo?

  • Scegliere il momento giusto

Per fare dei discorsi come questo, che possono potenzialmente portare a una delusione, sembra che il momento giusto non arrivi mai. In effetti, se si va in cerca del tempismo perfetto, si potrebbe aspettare anche troppo a lungo. Di sicuro, il momento giusto è quando si sta passando un momento piacevole a due, si sa di non avere impegni urgenti e si è pienamente concentrati sul rapporto di coppia. È bene anche lasciare aperta una “via di fuga” quindi meglio non affrontare il problema durante un viaggio, ad esempio. Anche gli ambienti formali, come il ristorante, andrebbero evitati, così come i momenti di intimità, perché rendono le persone più vulnerabili del solito.

  • Cominciare il discorso con leggerezza

Il rischio principale in una richiesta di ufficializzazione è che questa suoni in qualche modo oppressiva. Può essere una buona idea lanciare il discorso in un contesto e in un modo informali, facendoli passare come un flusso di pensieri casuale, per poi valutare la reazione del partner.

  • Usare le parole e soprattutto i toni giusti

Se il desiderio di ufficializzare nasce da una frustrazione, cioè dal desiderio per ora inappagato di dare una svolta a una storia d’amore, è facile cadere in toni involontariamente aggressivi. Per questo bisogna fare molta attenzione al modo in cui si fa la proposta. Meglio formulare la frase prendendola alla larga e non come una domanda netta che preveda solo un “sì” o un “no” come risposta.

  • Saper accettare il rifiuto

In casi come questi c’è sempre una certa probabilità di subire un rifiuto e bisogna saperlo accettare. Bisogna, soprattutto, prepararsi: se l’altro non volesse rendere seria la frequentazione, cosa faresti? La risposta non è affatto banale.

Per quanto possa essere deludente ricevere un rifiuto, è bene considerare che non è certo la richiesta di ufficializzare a rovinare di per sé un rapporto. Questa richiesta è piuttosto una cartina di tornasole della relazione in corso e ribadiamo che se si sente di dover affrontare il tema è giusto farlo per essere più consapevoli e sereni.



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