La personalità non è immutabile, ma cambia in alcuni suoi tratti sotto l’influenza dell’età che avanza. Vediamo perché è così.
La personalità è una caratteristica individuale che influenza il modo in si reagisce alle esperienze quotidiane e ci si relaziona con gli altri. Ma essa non è statica e immutabile, anzi, cambia nel corso della vita sotto l’influenza di molteplici fattori.
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Uno dei principali elementi che influenzano il cambiamento della personalità è l'età. Molti studi hanno dimostrato che la personalità cambia con l’aumentare degli anni e che questi cambiamenti possono essere significativi, sia in senso positivo sia in senso negativo.
L’avanzare dell’età può costituire, per alcune persone, un viaggio verso la conquista della consapevolezza, inducendole a diventare sempre più riflessive, aumentando la loro autostima e insegnando loro a relazionarsi meglio con gli altri. Infatti, molti diventano più socievoli e amichevoli con l'età, e soprattutto più indulgenti verso gli errori propri ed altrui. Questo può essere dovuto al fatto che più si invecchia più si ha l’opportunità di incontrare nuove persone e sviluppare relazioni significative: la classica saggezza degli anziani.
Purtroppo, non tutti i cambiamenti rappresentano un’evoluzione per la personalità: ad esempio, l’età porta alcuni individui a diventare sempre meno energici e fisicamente attivi. Questo può portare ad un calo della motivazione e della produttività. Inoltre, molte persone diventano più ansiose e preoccupate con l'età, specialmente riguardo alla salute e alla sicurezza finanziaria (data dall’avvicinarsi della pensione o alla sua insufficienza).
Ci sono anche fattori biologici e neurologici che contribuiscono al cambiamento della personalità. Ad esempio, gli ormoni possono influenzare il nostro stato d'animo e il nostro comportamento. La diminuzione dei livelli di testosterone negli uomini e degli estrogeni nelle donne può provocare una maggiore sensibilità emotiva e un calo della libido. Anche l’insorgenza di alcune malattie neurologiche può causare cambiamenti nella personalità: ad esempio, il morbo di Alzheimer può causare una riduzione della memoria e della concentrazione, ma anche una maggiore irritabilità e apatia.
Anche l’ambiente in cui si vive può influenzare la personalità, che pur mantenendo inalterato un temperamento di fondo si adatta inevitabilmente alle condizioni di vita, alla presenza o meno di una rete sociale, eccetera.
Secondo un ampio studio condotto dalla dottoressa Eileen Graham della Northwestern University di Chicago, il “percorso” di diversi tratti della personalità è piuttosto prevedibile nel passaggio dalla giovinezza all’età adulta, e poi alla vecchiaia. Le persone, man mano che vanno avanti con gli anni, tendono a diventare più chiuse alle nuove idee e meno attrezzate a sopportare il cambiamento. Di contro, la stabilità emotiva aumenta nel passaggio dalla giovinezza alla maturità, anche se poi declina nella fase senile. Fattori come la simpatia e la disponibilità, invece, sembrerebbero non intaccati dall’età più o meno avanzata dei soggetti.
Insomma, è innegabile che l’età influenzi in modo molto importante la personalità degli individui, sia in un senso positivo sia negativo. Ovviamente ciascuno ha la sua storia e sono le esperienze vissute a risultare determinanti.