Alcuni di noi sono più propensi alla relazione di altri. Da questa osservazione nasce la teoria che esistano persone “altamente relazionali”.
Spesso si sente parlare delle persone solitarie, chiamate “orse” con un pizzico d’ironia e giudicate particolari perché necessitano di molti momenti tra sé e sé per stare bene. Si parla meno delle persone altamente relazionali, cioè coloro che non solo provano piacere nello stare in compagnia, ma che sono naturalmente tendenti a relazionarsi con gli altri.
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Da quando il problema delle dipendenze affettive è ben conosciuto e studiato, si sente invocare da più parti la costruzione e il mantenimento di una certa indipendenza: bastarsi, farcela da soli, non far dipendere la propria felicità da nessuno… le persone altamente relazionali non sono dipendenti affettive, eppure non riescono a immaginare una forma di felicità che non implichi la presenza di altri.
L’idea che possano esistere persone dal funzionamento altamente relazionale è stato proposto dalla dottoressa Melany Joy. Ella si è basata sulla categoria, riconosciuta a livello scientifico, delle persone altamente sensibili (PAS): queste ultime sono biologicamente connotate da un’alta reattività agli stimoli sia fisici che emotivi e non sopportano ad esempio i suoni troppo forti, le luci intense, i contatti umani molto densi a causa della loro estrema sensibilità. La dottoressa Joy si è chiesta se possano esistere persone che posseggano la stessa sensibilità, ma circoscritta all’ambito relazionale, e si è risposta di sì. Ecco da dove è nato il concetto delle persone altamente relazionali.
Le persone altamente relazionali, secondo Joy, sono naturalmente portate a relazionarsi con gli altri, più di quanto non lo sia la media della popolazione. Potrebbero riconoscersi da queste caratteristiche:
- Sono in grado di creare connessioni immediate anche con gli estranei, per loro è facile fare amicizia.
- Credono che un’idea abbia più valore se è condivisa ad alta voce.
- Sentono il bisogno di condividere tutto con gli altri, anche le esperienze più insignificanti.
- Sono piuttosto umili e gentili.
- Hanno una buona intelligenza sociale, per questo si inseriscono bene nei gruppi.
Oltre a queste caratteristiche, come ci si può aspettare, le persone altamente relazionali sono empatiche e bramose di soddisfare gli altri.
Ma le persone altamente relazionali sono felici? Certo, a patto che riescano a superare alcuni problemi insiti nella loro predisposizione naturale. Anche se l’uomo è un animale sociale, in condizioni normali ha sempre bisogno di un po’ di spazio tutto per sé, perché le relazioni molto intense possono essere estenuanti. Una persona altamente relazionale che cura al massimo il proprio rapporto con chiunque può andare incontro a stanchezza costante, problemi di ansia, rimuginio sui comportamenti altrui, paura dell’errore e dell’abbandono… fino a volte all’ossessione.
Essere molto reattivi agli stimoli altrui comporta una grande sensibilità e quindi una forte vulnerabilità. Per questo, se ti riconosci nel profilo di persona altamente relazionale, è probabile che tu abbia subito un numero enorme di delusioni nelle tue relazioni passate e anche momenti di vero e proprio esaurimento emotivo.
Anche se la tua natura è meravigliosa, è il momento di imparare a gestirla. Porre dei limiti, dotarti di una corazza emotiva e rinunciare alla mediazione ad ogni costo sono abilità che le persone altamente relazionali devono acquisire per vivere una vita più equilibrata.