La “legge del ghiaccio”: cosa succede a livello psicologico quando iniziamo a ignorare una persona?
Cominciare di punto in bianco a ignorare una persona è un comportamento piuttosto frequente e dai risvolti complessi: a volte cela una strategia punitiva, a volte una richiesta di attenzioni. Denuncia sempre una difficoltà, da parte di chi ignora, ad affrontare i problemi in modo diretto.
Quella che gli esperti di relazioni chiamano “la legge del ghiaccio” è un comportamento che somiglia molto al ghosting, ma nasce da motivazioni diverse. La persona che segue questo tipo di comportamento inizia di punto in bianco a ignorare qualcuno, tenendolo a distanza (ma non necessariamente sparendo).
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Si applica la “legge del ghiaccio” per tanti motivi che non sono, come accade nel ghosting, semplicemente dettati dal desiderio di farla finita con qualcuno. Di solito, chi ignora “ostentatamente” una persona lo fa per richiedere attenzioni o per attuare una strategia punitiva.
Anche se può sembrare un modo semplice per evitare conflitti, in realtà la “legge del ghiaccio” può avere conseguenze negative per entrambe le parti coinvolte.
Per chi subisce la “legge del ghiaccio” il disagio può essere molto profondo. Il nostro cervello, per quanto possiamo esserci evoluti, continua a essere quello dei nostri antenati più lontani: per tutti noi essere ignorati, essere lasciati soli, è spaventoso e ci fa credere che la nostra vita sia minacciata. L’essere umano è un animale sociale e privarlo dell’interazione, sia solo con una persona, è forse il peggior gesto che gli si possa fare. Non è un caso che ignorare una persona sia una delle strategie punitive più efficaci. Ma siamo sicuri che valga la pena farlo?
La “legge del ghiaccio” si ritorce spesso e volentieri contro chi la pratica. Normalmente la decisione di ignorare qualcuno in modo forzato e ostentato arriva quando ci si trova in un momento di difficoltà e non si sa come reagire. La freddezza autoimposta può somigliare al tentativo di alcuni animali di bloccarsi quando si sentono in pericolo. Ma questa strategia di difesa non può durare per sempre e lascerà i problemi esattamente lì dove sono, senza risolverli.
A differenza di chi pratica il ghosting, chi si rivolge alla “legge del ghiaccio” non vuole davvero chiudere i rapporti: vorrebbe trovare una soluzione ai problemi ma non ci riesce. Tramite questa strategia il problema viene praticamente messo “in congelatore” in attesa di una soluzione migliore (o nella speranza di un miracolo). Il senso di colpa, il dolore e la frustrazione a questo punto saranno provati da entrambi, vittima e carnefice: la prima potrà subire un senso di abbandono e un forte calo dell’autostima, mentre il secondo subirà l’assalto dei rimorsi.
Per quanto a volte sia difficile, l’unica cosa sensata da fare è parlare apertamente dei problemi e cercare di risolverli insieme. Ignorare una persona non produrrà nessun risultato, tranne quello di incrinare il rapporto in maniera a volte irreparabile. È il tipico esempio di una soluzione che è peggio del problema stesso. Affrontare discorsi difficili fa giustamente paura, ma rappresenta la scelta più responsabile e saggia a qualsiasi problema relazionale.