Una rottura traumatica può modificare la personalità in modo temporaneo, ma può influenzare i nostri comportamenti in modo importante e forse definitivo.
Sembrerebbe che la rottura di una relazione importante cambi leggermente la nostra personalità e che, soprattutto, si modifichi in seguito il nostro modo di rapportarci con gli altri e reagire ai nuovi eventi. Questi gli assunti che hanno guidato la riflessione di molti psicologi esperti in relazioni e che hanno anche portato gli studiosi dell'università di Lovanio ad attivare uno studio per approfondire il tema.
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Lo studio di cui parliamo ha coinvolto più di duemila persone e ha analizzato il modo in cui chi ha vissuto un divorzio tende a "riprendersi", costruendo nuove relazioni significative in tempi rapidi oppure rimanendo in solitudine, o ancora lanciandosi in una miriade di relazioni a breve termine. Gli psicologi che hanno realizzato lo studio affermano di aver trovato una correlazione tra il tipo di personalità (estroversa, introversa, nevrotica) e la facilità a trovare relazioni importanti dopo una separazione. Come si può immaginare, chi è dotato per natura di una personalità estroversa e aperta tende a ricreare in fretta relazioni serie, a differenza degli altri. Ma questo aspetto può essere collegato a un cambiamento della personalità dopo la fine della relazione?
Per le persone particolarmente sensibili e insicure, vivere una relazione significa assumere parte della personalità del compagno/a, intrecciando alla sua la propria interiorità. Per questo tipo di soggetti, la rottura è spaesante perché porta a perdere, insieme con il partner, pezzi della propria stessa personalità: non si è più in grado di distinguere che cosa è proprio e che cosa, invece, apparteneva all'altro e di conseguenza ci si trova a chiedersi: chi sono io veramente?
Inoltre i ricercatori dell'università di Standford, nel corso di un diverso studio, hanno scoperto che chi è dotato di una personalità particolarmente rigida, ovvero ha una visione di se stesso ben determinata e poco negoziabile (forse simile a un fortino da difendere in un mare di paure) vive la rottura in modo decisamente più traumatico rispetto agli altri. Anche i rigidi, insomma, si trovano a dover scendere a patti con la propria personalità, perché vedono il rifiuto in amore come direttamente collegato al sé. In poche parole, attribuiscono più facilmente la rottura a qualcosa di negativo nel proprio carattere e precipitano facilmente nel senso di colpa e nell'angoscia.
Certamente una rottura, anche se estremamente traumatica, non può cambiare le radici della nostra personalità e non può intaccare alla base il nostro modo di essere e di pensare: se una modificazione c'è, si tratta di qualcosa di sfumato e anche riparabile nel tempo. Ciò che invece una rottura può modificare per sempre è il nostro modo di rapportarci con gli altri. Se la separazione è stata molto traumatica, la persona può finire per assumere comportamenti evitanti, può sviluppare nuove paure e nuove rigidità che possono, effettivamente, diventare permanenti. Questo può essere anche positivo, visto che può aiutarci a evitare di ripetere esperienze traumatiche, ma può anche bloccarci impedendo di prendere al volo le nuove opportunità che la vita ci offre.