Parliamo di amore e di controllo: non tanto nell'ambito della dinamica di coppia quanto, piuttosto, nella sfera del singolo. Quasi tutti esercitiamo, sul nostro corpo o mente, una sorta di censura che ostacola il fluire dei sentimenti.
Una famosa frase di Paulo Coelho recita "amare significa perdere il controllo". C'è poco da aggiungere: si tratta di una verità, semplice da intuire e complicata da attuare.
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In precedenti articoli abbiamo trattato il tema del controllo all'interno della coppia tra ansia da tradimento, gelosie e conflitti interpersonali nascosti, ma il vero controllo da abbandonare per permettere a un amore di crescere sanamente è quello che esercitiamo su noi stessi (e sugli altri, ma per riflesso).
Sono innumerevoli i muri che dobbiamo imparare ad abbattere per permetterci finalmente di amare ed essere amati, ed è naturale che esistano in quanto hanno la funzione di proteggerci (soprattutto dalla ripetizione dei traumi del passato). Ma quante volte, per eccesso di protezione, si finisce per perdere la gioia di vivere? Quante volte, a forza di costruire muri, ci si ritrova chiusi in una stanza buia?
Il controllo è un concetto variegato e ciascuno lo declina a modo suo: chi non riesce a lasciarsi andare in senso fisico, conservando una rigidità che è visibile nel corpo e che è riflesso di uno stato di disagio; chi decide in anticipo cosa vuole da una relazione e si rifiuta di andare oltre i paletti che ha piantato; chi pretende che il partner agisca secondo quanto lui si aspetta senza avere riguardo per la sua spontaneità... chi tutte queste cose insieme.
Occorre perdere il controllo, per amare, ma occorre farlo con coscienza: secondo la psicologia, il concetto di "fusione", per il quale si ritiene che il partner debba essere una parte di sé, è molto bello poeticamente ma andrebbe tolto dai nostri pensieri. Se crediamo che perdere il controllo significhi farsi tutt'uno con l'altro, annullando se stessi, è chiaro che le cose non andranno a finire bene e che la prossima volta si resisterà all'idea di lasciarsi andare così tanto.
Il vero perdere il controllo non sta dunque nell'annullamento, nella fusione, bensì nella condivisione. Occorre un grande coraggio per permettersi di stare "nel mezzo", né impermeabili al partner né completamente inclusi in esso. Stare nel mezzo e ascoltare, e rendersi conto che le azioni dell'uno influenzano quelle dell'altro con conseguenze positive o negative a seconda del caso. E con possibilità infinite, volendo coglierle.
Viviamo in una società che, purtroppo, appare terrorizzata dall'amore, una società che propaganda un "lasciarsi andare" che di fatto non è tale, che è piuttosto l'estremizzazione del controllo: storie brevi e inquadrate in stampini tutti uguali, storie a scadenza, storie di comodo, storie a metà. Perdere il controllo sembra essere una facoltà esclusiva dei puri e degli ingenui, entrambi disprezzati. Occorrerebbe, per il benessere di tutti, che si parlasse molto di più di amore, che si educassero le persone ad esso.
Avere una sessualità libera e multipla non significa necessariamente essere educati alla reale perdita del controllo mentale, aperti alla possibilità di provare dei sentimenti: questo è ciò che dovremmo riscoprire e riabbinare alla libertà fisica di cui nel mondo moderno godiamo.