Sì, esistono e sono accomunate da una particolare condizione biologica: l'amusia.
L'amusia (dal greco ἀ-μουσία [a-musìa], mancanza di armonia) è una patologia molto particolare: chi ne soffre si dimostra incapace di capire e apprezzare la musica, oltre che di suonarla. Insomma, chi dice che tutti gli esseri umani apprezzano ritmi e melodie, farebbe meglio a dire: quasi tutti.
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Sembra che l'1,5% della popolazione mondiale non provi alcun tipo di interesse per la musica. Ma perché è così? L'amusia è un disturbo vero e proprio? È innata o si acquisisce nel corso della vita?
L'amusia è a tutti gli effetti una patologia neuropsicologica che influisce sulla capacità di chi ne soffre di distinguere l'altezza delle note, di distinguere una musica dall'altra, di seguire il ritmo. Per intenderci chi soffre di amusia a un certo livello potrebbe non distinguere un inno nazionale da una canzone pop, una sinfonia di Beethoven o un motivetto popolare. Gli amusici tendono a percepire tutta la musica come monotonale, cioè sentono le note come se avessero tutte più o meno la stessa altezza. Molti amusici, inoltre, trovano la musica qualcosa di veramente fastidioso, esprimendo nervosismo e irritazione nei confronti dei suoni.
Come si può immaginare questa patologia è particolarmente imbarazzante quando ci si ritrova in società. Si racconta che Che Guevara, amusico, in un'occasione molto importante fece una gran figuraccia esibendosi in un appassionato tango mentre tutti gli altri intorno a lui ballavano la samba: non si trattò di un atteggiamento ironico o provocatorio da parte di Guevara, ma proprio di una incomprensione da parte sua di quale tipo di musica si stesse suonando in quel momento. Sembra che anche Sigmund Freud, padre della psicologia, fosse amusico.
L'amusia, insomma, è un disturbo a volte imbarazzante, ma per fortuna si tratta di un deficit che intacca competenze piuttosto marginali per la nostra società: infatti, la maggior parte delle diagnosi di amusia riguardano persone che devono avere a che fare con ritmi e melodie per lavoro (musicisti insomma, a vari livelli).
L'amusia può essere sia congenita che acquisita. Quella congenita, in particolare, ha a che fare con un'alterazione funzionale del sistema fronto temporale destro nel cervello. Sembra che questo deficit sia limitato, funzionale, e che non necessariamente indichi la presenza di difficoltà in altri campi dell'esistenza.
Per gli amusici che hanno trascorso un'infanzia presumibilmente turbolenta tra battiti di manine, lezioni di flauto dolce, CD regalati dai fidanzatini/e e che non erano in grado di apprezzare e serate in discoteca disastrose, per loro che non possono apprezzare né Sanremo né la migliore sonata di Bach, non resta che rassegnarsi e se possibile farsi una risata: in fondo, la loro particolarità è un po' buffa ma decisamente particolare e sorprendente (e anche innocua per la loro salute, per fortuna).