Siamo tutti abituati ad avere accanto il nostro telefono h24, ma quando la “normalità” diventa “nomofobia”?
La stragrande maggioranza delle persone ha sempre accanto il proprio cellulare e non esce di casa senza di esso. Tuttavia alcuni vanno oltre questa semplice vicinanza e provano sentimenti intensi di disagio, fino al panico, quando non hanno il dispositivo sottomano.
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Gli psicologi chiamano l’incapacità di staccarsi dallo smartphone “nomofobia”, dove il termine fobia indica la paura esagerata di rimanere senza telefono: ma come facciamo a distinguere la propensione ad essere sempre connessi, normale al giorno d’oggi, dalla vera e propria dipendenza?
Alcuni segni di una possibile nomofobia sono:
- Incapacità di staccarsi dal telefono o di spegnerlo.
- Controllare continuamente lo smartphone anche in assenza di notifiche, accenderlo prontamente ad ogni notifica.
- Portare il telefono ovunque si vada e continuare a controllare se lo si ha sottomano.
- Avvertire una forte paura di rimanere senza connessione.
- Estraniarsi da attività in compagnia o rinunciare alla compagnia per dedicarsi allo smartphone.
L’ultimo di questi segni è sicuramente il più importante. Il cosiddetto phubbing (stare chini sul telefono anche avendo delle persone accanto con cui poter fare conversazione) è un tratto tipico della dipendenza da smartphone.
La dipendenza da smartphone è un fenomeno complesso che può essere causato da una combinazione di fattori psicologici, sociali e neurologici. Ecco alcune delle principali cause:
- Gratificazione immediata:
Gli smartphone offrono un accesso immediato a informazioni, comunicazioni e intrattenimento: questo può portare a un ciclo di gratificazione istantanea che si trasforma presto in un’abitudine difficile da eradicare per cause sia psicologiche sia fisiologiche, come vedremo nei prossimi punti.
- Stimolazione continua dell’amigdala:
Le notifiche, i messaggi e gli aggiornamenti costanti forniscono una stimolazione continua che mantiene l'utente coinvolto e in attesa di nuove interazioni. Le notifiche e i trilli stimolano l’amigdala, l’area del nostro cervello preposta alla ricezione degli “allarmi” e all’elaborazione di risposte immediate.
- FOMO (Fear Of Missing Out):
La paura di perdersi qualcosa di importante o interessante, sia a livello sociale “reale” che a livello puramente virtuale, può spingere le persone a controllare continuamente il proprio smartphone. Dato che ormai una parte fondamentale della vita di ciascuno si svolge online, perdersi una notifica può essere un trigger per chi soffre di FOMO.
"Mi piace", commenti e condivisioni sui social media possono agire come ricompense sociali stimolando il rilascio di dopamina nel cervello. La dipendenza da smartphone, come qualsiasi altra forma di dipendenza, è connessa a una domanda continua di dopamina e alla sensazione di tristezza che si prova quando questo neurotrasmettitore cala.
Alcune persone possono essere più inclini alla dipendenza da smartphone a causa di problemi di autostima, ansia, depressione o altre condizioni psicologiche.
Come si risolve la dipendenza da smartphone? Come per qualsiasi altra dipendenza è necessario un percorso di “disintossicazione”, aiutato magari dagli amici o dalla famiglia.
Sono da privilegiare attività “faccia a faccia”, senza la presenza di schermi, che possano risultare gratificanti e aiutare la persona a trovare nuovi modi per collegarsi agli altri. È importantissimo darsi dei limiti rigorosi nell’uso del telefono e rispettarli. Se il problema non si risolve nonostante l’impegno è bene parlare con uno psicologo, perché probabilmente l’uso smodato del telefono sta nascondendo problematiche nella socializzazione o una fase depressiva in atto.