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I test psicologici sono affidabili? Scopri come vengono interpretati
Chi di noi non ha mai fatto un test attitudinale o psicologico? Che valore hanno questi test? È possibile svolgerli da soli o è necessario l’aiuto di un medico?

Quando parliamo di test psicologici non ci riferiamo ai test che si trovano su internet solo a scopo ludico (tipo: “che seduttore sei”, “qual è il tuo trauma fondamentale”) ma dei veri e propri test diagnostici che pur essendo reperibili anche online acquistano la loro validità solo all’interno di un contesto professionale.

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I test psicologici sono strumenti utili e talvolta imprescindibili per fare diagnosi. La regola è che siano somministrati da un medico psicologo o psichiatra il quale, dopo aver ascoltato il passato del paziente e i suoi sintomi (anamnesi) propone uno o più test per accertare determinate condizioni mentali, che possono essere cliniche o non cliniche. Per fare un esempio, anche il test del QI, il più popolare degli strumenti per valutare l’intelligenza, non è valido a livello ufficiale se non è supervisionato da uno psicologo. Sono quindi molti i motivi che possono portare a fare un test dallo psicologo, non necessariamente perché si ha un disagio.

Gli autotest che si trovano su internet a volte sono versioni semplificate dei testi scientifici veri e propri, a volte sono addirittura facsimile completi e vengono diffusi al pubblico in modo che chi sospetta di avere una particolare condizione medica possa verificare da sé se possiede o meno i tratti caratteristici. Se il test dà esito positivo può rivolgersi a uno psicologo e ripeterlo per validarlo.

Perché i test non si possono fare da soli? Pur essendo strumenti molto validi, perdono il loro carattere scientifico se non sono completati dall’osservazione dal vivo del paziente e dall’ascolto della sua storia di vita. Ciò che fa la differenza tra il clinico e il subclinico è proprio questo: in molti possiamo avere dei tratti ansiosi, ma non per questo soffriamo di un disturbo da ansia generalizzata; molte persone possono “passare” il test per l’autismo ma non essere realmente neurodivergenti, perché l’interpretazione del test deve sempre essere fatta da un medico abilitato tenendo conto di fattori che esulano dalle “crocette” poste sul questionario.

Il compito del medico è capire perché il paziente ha dato determinate risposte e quanto alcuni tratti della personalità siano dominanti nella sua vita. A volte, poi, le persone possono autosuggestionarsi ed è quindi fondamentale che le risposte date rispecchino il vero stato della persona, non riflettendo solo l’idea astratta che lei ha di sé.

Per tutti questi motivi i test psicologici possono essere ritenuti strumenti fondamentali, ma non sufficienti, per diagnosticare i disturbi mentali. Purtroppo oggi è molto diffuso il fenomeno dell’autodiagnosi, con persone che utilizzano impropriamente i test di screening presi da internet e interpretano il risultato autonomamente. Questo è un peccato perché può dare l’idea che le figure professionali non servano e che ci si possa curare da soli, spesso commettendo errori grossolani.



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