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Che cos’è il consumismo emotivo?
Quando si cerca nel consumismo una facile gratificazione o il “tappabuchi” di un dolore parliamo di consumismo emotivo.

Chi non è mai stato un consumista emotivo? Quasi nessuno, potremmo dire. In effetti nel capitalismo, senza le emozioni della gente, ci sarebbe ben poco da lavorare. Le pubblicità non fanno altro che far leva sulle emozioni dei potenziali acquirenti per spingerli a riempire il carrello e il nostro cervello, inesausto cercatore di dopamina, risponde più che bene a questo invito.

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“Sei triste? Compra qualcosa!”, questa è la chiave del consumismo emotivo. Con la facilità di poter acquistare prodotti provenienti da tutto il mondo direttamente dal nostro divano tramite smartphone, la tendenza a comprare per sedare noia o dolore è ulteriormente incoraggiata.

Il punto è che questo accumulo soffoca le nostre case, piene di roba, ed erode infallibilmente le nostre sostanze. Anche senza andare agli estremi dello shopping compulsivo, un vero e proprio problema di dipendenza, molti risentono dell’effetto negativo del consumismo emotivo. Ci sono il senso di colpa per aver speso troppo, l’angoscia di notare che il brivido dell’”aggiungi al carrello” non è compensato da una gioia sufficientemente durevole dopo aver ricevuto il pacco e tante altre cose.

Riconoscere l’inganno che sta dietro al consumismo emotivo ci aiuta a proteggerci prima dalla pubblicità invadente, dai video di unboxing sui social, dal volere della massa e poi, in ultima analisi, da noi stessi e dalla nostra inesausta fame di dopamina - che quando è mal gestita fa male al portafoglio e non solo.

Perché lo faccio? Perché nonostante tutti questi bei discorsi non riesco a trattenermi dal comprare tutte queste cose? Forse c’è qualcosa nella tua vita che dovresti cambiare (bassa autostima, senso di solitudine) o forse sei semplicemente stanco, troppo stanco, e non ti godi neanche più un giro di shopping “fisico” in centro, o non hai tempo di fare una selezione tra i tuoi averi.

Quanto più il consumismo emotivo incide nella nostra vita, tanto più è la vita stessa che ci chiede a gran voce di cambiare prospettiva, di ascoltarci di più.

Il consumismo emotivo racconta la difficoltà della società moderna nel gestire emozioni e desideri in modo salutare. Il modo per superarlo ritrovando una sobrietà positiva sia per noi che per il pianeta sta nel riconnettersi alle vere necessità umane, ritrovando il valore delle cose semplici e prendendo il coraggio a piene mani per affrontare le difficoltà che la vita ci pone davanti.



 Commenti (1)
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  1. sole2204, Torino (Piemonte)
    Sono d'accordo!!! Io sono una di quelle che aggiusto e restauro mobili della nonna della mamma della zia o amica ... Si spendo soldi nella pittura, però i mobili li rinnovo non li butto e compro il nuovo, anche perché il nuovo di oggi ê tutta formica!!! I vecchi sono vero legno, e restaurati vengono bellissimi... Il progresso ha rovinato il mondo!!!


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