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Da dove arriva il bungee jumping
Il moderno sport estremo ha origini antiche e deriva da una tradizione dell’isola di Pentecoste, in Oceania.

Lo scorso 21 ottobre è morto, alla rispettabile età di 78 anni, il signor David Kirke, meglio conosciuto come l’inventore del bungee jumping moderno. Nel 1979 Kirke si legò i piedi con un cavo elettrico e si lanciò a testa in giù da un ponte di Bristol: arrivato a pochi centimetri dal pelo dell’acqua, rimbalzò verso l’alto e fu in grado di tornare illeso da dove si era lanciato. Da allora, questo tipo di sport estremo ha avuto grande popolarità, tanto che esistono piattaforme dedicate al bungee jumping in tutto il mondo. Una pratica talmente potente da non essere consigliata ai deboli di cuore– di fatto ci si lancia nel vuoto, senza protezioni e alla naturale velocità di caduta!

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Ma non tutti sanno che l’idea del bungee jumping non è una invenzione moderna. Kirke infatti si è certamente ispirato a un rituale piuttosto antico praticato dai nativi dell’isola oceanica di Pentecoste.

Questo rituale si chiama naghol e avviene alla fine della stagione dei monsoni, nel contesto delle celebrazioni che aprono la raccolta dell’igname, una patata dolce alla base della dieta locale. Gli abitanti di Pentecoste costruiscono delle strutture di legno alte una decina di metri, una sorta di trampolini, dai quali gli uomini della comunità si lanciano con le caviglie legate ai rami di una pianta rampicante. Essendo alla fine della stagione delle piogge, questi rami intrecciati e lavorati risultano abbastanza elastici da permettere a chi è legato a loro di arrivare al termine della caduta senza schiantarsi al suolo.

Oltre alle feste della raccolta, il naghol rappresenta anche un rito di passaggio usato per celebrare l’ingresso nell’età adulta dei giovani uomini che possono dimostrare così il loro coraggio. Esistono online dei filmati davvero mozzafiato, che mostrano come la caduta nel naghol si arresti a pochissimi centimetri dal suolo, rappresentando comunque un rischio per chi si lanciasse  senza criterio.

Secondo una leggenda locale il rito fu inventato da una donna che per sfuggire al marito violento si arrampicò su un albero. Ma il marito la inseguì, arrampicandosi anche lui fino alla cima. Allora la donna si lanciò nel vuoto, e anche l’uomo si lanciò dietro di lei. Ma la donna aveva avuto l’accortezza di legarsi le caviglie a delle piante rampicanti prima di gettarsi, cosa che l’uomo non aveva fatto. In questo modo lui morì nell’impatto mentre lei si salvò.

L’isola di Pentecoste oggi è conosciuta come la patria del bungee jumping e invasa dai turisti che vogliono assistere, pagando, alla cerimonia del naghol. Molti dei nativi sono insofferenti a questa invasione; altri credono che parte dei proventi del bungee jumping praticato in Occidente dovrebbero essere devoluti in “diritti d’autore” al popolo che li ha ispirati.

E voi, conoscevate la storia del naghol e del bungee jumping?



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