L’UNESCO e l’Interpol lanceranno presto un museo virtuale basato su un database di oltre 52 milioni di capolavori scomparsi.
Tra i furti ce ne sono alcuni particolarmente gravi, che non danneggiano una singola persona ma rappresentano un danno per tutta l’umanità: si tratta della scomparsa di opere d’arte d’altissimo valore e di enorme interesse, sottratte agli storici, agli studiosi e agli appassionati e rivendute chissà a chi in un mercato nero fiorentissimo.
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Al momento, tra le opere d’arte più pregiate che sono state trafugate e mai più ritrovate si contano pezzi importanti come:
- I papaveri di Van Gogh (50 milioni di euro)
- Piccione con Piselli di Picasso (50 milioni di euro)
- Concerto a Tre di Vermeer (200 milioni di euro)
- Cristo nella tempesta sul mare di Galilea di Rembrandt (100 milioni di euro)
- Natività con i santi Lorenzo e Francesco d’Assisi di Caravaggio (50 milioni di euro)
- The Just Judges di Jan van Eyck, valore inestimabile
- Ritratto di giovane uomo di Raffaello, valore inestimabile
- Ragazza che legge in bianco e giallo di Matisse (200 milioni di euro)
- Chez Tortoni di Manet, valore inestimabile
- Vista di Auvers-sur-Oise di Cezanne (3 milioni di euro)
- Panorama con Obelisco di Govert Flinck (10 milioni di euro)
- Ritratto di Francis Bacon di Lucien Freud (25 milioni di euro)
- Ritratto di Signora di Klimt (30 milioni di euro)
- Charing Cross Bridge, Londra di Monet (50 milioni di euro)
Questi sono solo alcuni tra i quadri più famosi che, in diverse epoche e circostanze, sono stati rubati e mai più ritrovati: per fortuna si conservano almeno le loro riproduzioni fotografiche. Saranno proprio queste, con l’aiuto della tecnologia, a diventare la base di un nuovo progetto proposto dall’UNESCO: un museo virtuale che raccolga tutti i tesori andati perduti della storia dell’arte antica e recente.
Il museo, che verrà aperto nel 2025, nasce da una collaborazione con l’Interpol, il cui database conta ben 52mila manufatti artistici sottratti da musei, siti archeologici e collezioni private. Le opere rubate che verranno inserite nel museo non riguarderanno soltanto la storia della pittura o della scultura occidentale: anzi, alcuni dei “pezzi mancanti” più importanti provengono dall’India e dallo Yemen, e sono sculture e bassorilievi sottratti direttamente da templi e siti storici.
Il progetto nasce dal desiderio di sensibilizzare i giovani sul valore spesso inestimabile che le opere d’arte portano con sé e dell’importanza di proteggerle rendendole fruibili a tutta l’umanità. Sperando che prima o poi questi tesori vengano recuperati sani e salvi.