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Emozioni autentiche e parassite: conosci le differenze?
Le emozioni parassite sono sensazioni inautentiche che prendono il posto di quelle vere e portano a risposte disfunzionali rispetto al contesto.

Per quanto sembri strano a dirsi, non tutte le emozioni che proviamo sono autentiche. Alcune sono piuttosto delle maschere che, a livello inconscio, indossiamo per coprire le emozioni vere. Per scendere nel concreto, ci sono volte in cui crediamo di essere tristi ma invece siamo arrabbiati o viceversa.

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In molte famiglie esistono delle “emozioni tabù”: a volte l’apatia è permessa ma non lo è il nervosismo, in altre famiglie ci si può prendere a male parole ma è vietato piangere… crescendo in contesti come questi impariamo, anche se non ce ne rendiamo conto, a sostituire le nostre vere emozioni con altre che sono considerate più accettabili dal gruppo sociale di appartenenza. Pensiamo anche alla mentalità notoriamente “fredda” di nazioni come il Regno Unito o il Giappone, dove gran parte delle persone condivide un approccio alle emozioni decisamente orientato e particolare: è un fatto culturale, educativo.

È per la pervasività del fenomeno che l’analisi transazionale, un ramo della psicoterapia, trova utile distinguere tra emozioni “vere” ed emozioni “parassita”.

Le emozioni parassita, dette anche emozioni inautentiche, sono risposte apprese e incoraggiate in modo attivo o passivo dai genitori nell’infanzia. Queste emozioni vengono percepite dalla famiglia come giuste, valide, e a volte aiutano il bambino ad essere “visto”, accolto e ascoltato, a differenza delle emozioni autentiche ma non riconosciute o accettate.

Qual è il problema delle emozioni parassita? Spesso non sono funzionali, cioè non portano la persona ad agire in un modo veramente adeguato al contesto. Ad esempio, chi non si permette di provare paura in una situazione pericolosa e sostituisce questo sentimento con atteggiamenti di rabbia o nervosismo rischia di buttarsi in azioni pericolose e magari anche di litigare con altre persone, sommando danno a danno. Vorremmo aggiungere una considerazione un po’ più astratta, ma forse non meno importante: vale sempre la pena di mettersi in cerca delle proprie vere emozioni, perché vivere in modo autentico regala un equilibrio interiore e un senso di integrità che non vale proprio la pena di perdersi.

Come scovare le emozioni parassita? Non è affatto semplice e normalmente si fa con l’aiuto di un professionista. Per avere però una “spia” di probabili emozioni parassita ci si può chiedere, quando si ha una sensazione molto forte, se essa sia adeguata al contesto in cui ci troviamo. Se la risposta è no, o più spesso “ni”, è possibile che l’emozione in questione sia inautentica e sia lì per coprire una sensazione ben diversa.

Si dice che le emozioni non siano né buone né cattive, e in effetti è sbagliato sottoporle a un giudizio. Ma è anche vero che se diverse emozioni portano diverse azioni, sentire qualcosa di inadeguato porta ad agire in modo parimenti errato. Chi è in connessione con se stesso e con il mondo circostante, senza paura, è più predisposto ad ascoltare le proprie vere emozioni e ad agire in modo adeguato, funzionale, mentre chi per un motivo o per l’altro vive in un mondo di finzione rischierà di agire in modo sconsiderato.



 Commenti (2)
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  1. ottimista1967, Monza (Lombardia)
    Onestamente trovo sempre molto interessanti, forieri di spunti di riflessione, questi articoli; Ma cosa si può fare quando non si riesce più a vivere, respirare? Questi articoli sono interessanti ma perché ho sempre la sensazione che si rivolgano ad altri? È come se i vs interventi dessero per scontato che la vita delle persone è così semplice, purtroppo è un po' riduttivo. Qualcuno è d'accordo con me?
    cri_cri62, Udine (Friuli-Venezia Giulia)
    Posso essere anche d'accordo con te e cioè che questi articoli, pure trattando temi complessi, la fanno facile... Però questo tuo commento è molto contraddittorio. Parti dicendo che sono articoli molto interessanti per poi smentire questa affermazione dicendo che non ti ci ritrovi. Boh... non ho capito... Meglio se non ti ci ritrovi perché vuol dire che non hai disturbi psichici. Ciò non toglie che sono problematiche che riguardano una discreta fetta di popolazione e quindi se ne parla. Anche io, fortunatamente, non mi ci ritrovo!!


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