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Secondi matrimoni: innamorarsi di nuovo della vita
Per qualcuno un tabù, per qualcun altro il coronamento di un percorso di rinascita: ecco perché il secondo matrimonio può essere un momento importante per il percorso di crescita di una persona.

I secondi matrimoni sono un tema che divide le persone: c’è chi mai e poi mai accetterebbe l’idea di risposarsi dopo un matrimonio finito, preferendo convivere a vita piuttosto che stringere nuove nozze, e chi invece sente l’urgenza di coronare la seconda unione importante della sua vita con una cerimonia che non abbia nulla da invidiare alla prima. 

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A volte la frustrazione per un primo matrimonio andato alla deriva ha il potere di bloccare la persona, facendole perdere la fiducia nell’amore oppure nella sua capacità individuale di fare andare bene le relazioni. Qualcuno crede poi che il secondo matrimonio sia una fuga in avanti anche eccessiva o spregiudicata. Le statistiche sembrano dare ragione a chi la pensa così, perché il tasso di divorzio nei secondi matrimoni è più alto rispetto a quello dei primi matrimoni. È effettivamente possibile che la fretta di risposarsi o il “callo” per i divorzi che ci si porta dalla prima esperienza facilitino la dissoluzione di queste unioni. 

Eppure, per molti, il secondo matrimonio è il coronamento di un percorso personale e rappresenta  una unione finalmente consapevole e matura dopo gli “errori” fatti in gioventù. Scartare a priori la possibilità di risposarsi dopo un matrimonio finito potrebbe essere una dannosa autolimitazione. 

Sposarsi la seconda volta significa aver vissuto, in precedenza, un amore pieno e forte che poi è finito: significa quindi aver vissuto una crisi e una rinascita che ha portato all’instaurazione di un amore nuovo, forte quanto o più del precedente. Coronare con una cerimonia, una bella festa e un’assunzione d’impegno questo ritorno alla vita sembra, in questo senso, un’ottima idea. A patto che, ovviamente, la nuova unione dimostri che chi la vive ha capito la lezione appresa dalle esperienze passate e che si abbia acquisito la piena consapevolezza sull’importanza del rito che si celebra. 

Ogni matrimonio è una negoziazione continua, un’altalena le cui corde devono essere sostenute da entrambi per permetterle di volteggiare. Stringere un nuovo matrimonio significa proiettarsi in un equilibrio completamente diverso da quello del passato, ripartendo da basi nuove. Il secondo matrimonio non è, quindi, una sorta di cerotto da apporre sulla ferita del matrimonio precedente, e non è neanche qualcosa che va fatto per accontentare amici e parenti, ma rappresenta il desiderio di ricostruire la propria vita da capo, su nuove basi. 

Si potrà obiettare che anche una nuova convivenza dopo un divorzio ha le stesse implicazioni: in realtà è vero. Il secondo matrimonio non è obbligatorio, né è adatto a tutti, ma la scelta dipende dal valore che si dà a questo rito e dai valori che si posseggono. Chi, nonostante la fine di una storia passata, continua a credere nel matrimonio non dovrebbe limitarsi se è certo di avere incontrato la persona giusta.



 Commenti (1)
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  1. cri_cri62, Udine (Friuli-Venezia Giulia)
    Sì però se ti finisce in malo modo pure il secondo come è successo a mio fratello... poi sbarelli, non ti riprendi più!


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