Alcune persone sono in grado di azzerare la nostra energia mentale. Come possiamo fare per arginare il problema?
Alcune persone sfiniscono emotivamente quando si sta con loro. È una sensazione che più o meno tutti abbiamo provato nella nostra vita: siamo accanto a un amico, un familiare o al partner e a un certo punto ci sentiamo sopraffatti senza riuscire ad afferrare razionalmente il perché. Per quanto possiamo voler bene a una certa persona, ci sentiamo meglio quando se ne va (a volte abbiamo paura di confessarlo a noi stessi, ma è proprio così).
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La scienza ci dice che noi esseri umani siamo biologicamente cablati per connetterci tra noi. Siamo fatti per stare in gruppo e generalmente traiamo forza, benessere ed energia dallo scambio coi nostri simili. A volte però questo incontro fallisce, assume una connotazione negativa e ci porta a intossicarci psicologicamente. Ciò avviene quando siamo di fronte a una persona paranoica, lamentosa, esageratamente pessimista o troppo concentrata su di sé. Questi atteggiamenti producono una negatività che, secondo alcuni studi, è in grado di contagiare la nostra mente causando la fatica di cui parlavamo. Se l’interazione negativa è continua questa fatica può evolversi in un vero e proprio “burnout relazionale”.
Perché le persone diventano negative? A volte il motivo risiede in un disagio psicologico non diagnosticato. Generalmente le persone ansiose o depresse sono portate a pesare sugli altri inviando continue richieste d’aiuto sotto forma di lamentele o discorsi ossessivamente pessimisti. Per questo, se ci rendiamo conto che una persona ci sfinisce emotivamente, potremmo considerare l’idea di sensibilizzarla su questo problema invitandola a seguire un percorso psicologico.
Al di là di questo, non possiamo negare che alcune persone sono semplicemente pesanti da digerire. Per ovviare ai problemi che ci causano dobbiamo allenare la nostra capacità di distacco e renderci conto che non siamo noi il problema, ma loro.
Praticare un sano distacco significa in primo luogo riportare la persona in questione alle proprie responsabilità. Chi continua a cercare gli altri per ogni minimo problema dovrebbe rendersi conto che nella maggior parte dei casi può farcela da solo. Potremmo provare a dir loro: «So che sei una persona piena di qualità. Sono sicuro che sarai in grado di risolvere questo problema».
In secondo luogo, è quantomai necessario stabilire dei limiti da non superare. Ne va della nostra salute psicologica! Rendiamoci conto che nessuno morirà per un nostro “no”, e che mettere dei confini non significa rifiutare in toto una persona. Dovremmo sempre spiegare questo a chi ci vuole bene, e se non è in grado di accettarlo probabilmente significa che non è la persona giusta per noi.
Un ultimo consiglio utile è creare uno “spazio sicuro” dove poterci rifugiare anche tutti i giorni per prenderci una pausa dall’influsso negativo degli altri. Che si tratti di un hobby o di una stanza della casa tutta per noi, è importante dotarci di una strategia psicologicamente defaticante per recuperare tutte le energie spese.
Ricordiamo sempre che come gli altri hanno esigenze emotive, anche noi abbiamo le nostre. Se ci sentiamo sereni psicologicamente siamo in grado anche di aiutare gli altri, mentre se ci sfiniamo stando accanto ai “ladri di energia” rendiamo inefficace anche l’aiuto che possiamo dar loro.