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Sposarsi o convivere? I pro e i contro
Meglio sposarsi o convivere? A guidare nella scelta sono spesso convinzioni personali, ma anche guardare al lato pratico può aiutare.

Quando una relazione diventa seria e si comincia a pensare a una vita in comune è normale porsi domande sul futuro della coppia: ci sarà una semplice convivenza o un matrimonio? Ognuno a riguardo ha le proprie opinioni, influenzate principalmente dall’ambiente in cui vive, dalla presenza o meno di una fede religiosa e dal proprio passato amoroso. 

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Il matrimonio e la convivenza hanno delle differenze, dei pro e dei contro, che sono soprattutto di natura legale. È vero però che tra l’essere sposati e conviventi si avverte anche psicologicamente una differenza. L’amore non cambia, ma alcune persone sentono il bisogno di un rito che lo confermi, mentre altre tendono a vedere il matrimonio come una gabbia opprimente. 

Quando in una coppia ci si chiede se sposarsi o meno, è facile che emergano opinioni divergenti, ma anche dubbi e paure. In questa fase l’ascolto ha un ruolo fondamentale perché, come abbiamo detto, il perno della discussione non è quasi mai la natura del sentimento d’amore, ma lo status che si vuole attribuire alla coppia. Una persona che non desidera sposarsi non è necessariamente meno innamorata di una che lo desidera. 

Per dirimere la questione la cosa più semplice è spostare il discorso dal tema dei sentimenti a quello dei fatti, analizzando i pro e i contro della convivenza e del matrimonio. In questo modo si fa i conti con la praticità e si può scegliere più serenamente. Vediamo allora quali sono i vantaggi di questi due tipi di unione. 

  • Pro e contro della convivenza 

I vantaggi della convivenza sono diversi: prima di tutto, ci sono meno scartoffie da compilare nel caso ci si lasci. Il vantaggio di non dover ricorrere al divorzio e di poter decidere in modo semplice come porre eventualmente fine alla relazione ha però un lato oscuro: a livello sociale la convivenza viene spesso vista come una unione di serie B, un modo per “lasciare la porta sempre aperta”. Nella convivenza non c’è, a livello giuridico, l’obbligo di fedeltà. 

Un altro vantaggio-svantaggio della convivenza sta nel fatto che non c’è un rito pubblico a legittimare l’unione agli occhi degli amici e dei familiari: si risparmiano così molti soldi, ma allo stesso tempo si rischia di essere etichettati negativamente in certi ambienti sociali. Va detto però che, con il tempo, i pregiudizi sulle coppie di fatto sono stati superati quasi ovunque. 

Sul piano pratico, se sono presenti dei figli questi non avranno particolari problemi: una legge di dieci anni fa ha annullato il discrimine tra figli legittimi e naturali. I problemi pratici arriverebbero, semmai, in caso di separazione o di morte di uno dei due conviventi: niente pensione di reversibilità per i vedovi e niente obbligo di mantenimento dei figli per chi lascia la famiglia. 

Dal punto di vista dei sentimenti, le coppie conviventi potrebbero sentirsi addirittura superiori a quelle sposate: nessuna legge le unisce, solo il sentimento e la fiducia incondizionata nella buona fede del partner. 

  • Pro e contro del matrimonio 

Il matrimonio è uno statuto tradizionale e un tempo era praticamente d’obbligo. Oggi la mentalità è cambiata, ma questo rito regala ancora diversi vantaggi pratici: primo, l’essere riconosciuti nel proprio ambiente come una coppia “di serie A”; secondo, l’obbligo di assistenza in caso di divorzio, la possibilità di mettere i beni in comune e la pensione di reversibilità in caso di morte. 

I sostenitori del matrimonio affermano che questo aiuti la coppia a sentirsi più forte, più coesa e più serena: prendere davanti a tutti gli amici e i familiari un impegno per la vita fa sì che ci si impegni di più per mantenerlo. E poi, la cerimonia: un momento che è sì tanto costoso, ma regala anche grandi emozioni condivise. Alcune coppie, purtroppo, desiderano sposarsi ma scelgono di rimandare proprio per l’alto costo della cerimonia. 

È vero poi che quando l’unità della coppia si rompe e si avverte la necessità di divorziare, per il fatto di essere sposati potrebbero sorgere molti problemi, sia di natura psicologica (si sta rompendo un patto “per la vita”) sia di ordine pratico. Quando non si riesce a trovare un accordo ci si può trovare impantanati in lunghe battaglie legali

In definitiva, la scelta se sposarsi o convivere è strettamente personale. Alcuni dei dati pratici che abbiamo elencato, però, potrebbero aiutare nella scelta.



 Commenti (6)
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  1. ricdick963, Firenze (Toscana)
    Convivenza batte matrimonio 10-0 🙂
  2. grattakekka57, Firenze (Toscana)
    Vedo che nessuno menziona il lato cattolico e cristiano, per chi crede al matrimonio con la fede, eppure si sposano in chiesa, c è una didascalia che recita,[ l uomo non divida ciò Dio unisce, nella buona e cattiva sorte.] Personalmente sono divorziata da 34 anni, per volere del mio ex, infedeltà, ignoranza, padre padrone. Incompatibilita di convivenza e carattere. Sempre rimasta con la convinzione che solo Dio ci poteva dividere e questo è successo un anno fa. Dio vede e provvede, prima di sposarvi pensateci.
  3. andreamaiori, Mantova (Lombardia)
    Per me il MATRIMONIO era importante, quindi avendo fatto 3 di MATRIMONI penso che in ITALIA sono UNICO DEI SFIGATI è NONNO di 4 nipoti e 4 GEMELLI IN ARRIVO, preferisco la CONVIVENZA, STOP AL PEZZO di carta per formalizzare per i FAMILIARI, quanto si è bisogno proprio quest' ultimi ti girano le SPALLE, QUINDI NO MATRIMONIO !! IL MONDO È CAMBIATO TUTTA UNA VITA D' AFFRONTARE, IN 2 CON SERENITÀ E RISPETTO DI ENTRAMBI È LA FEDELTÀ!!
  4. falcorosso2, Nettuno (Lazio)
    Abolire il matrimonio è l'unico modo per evitare che gli avvocati possano ingrassare le loro tasche a causa di una legislazione che sembra scritta dalla lobby degli avvocati. Guarda caso molto numerosi tra i parlamentari. I guai che ho passato e sto ancora passando a causa del vincolo matrimoniale potrebbero dissuadere dallo sposarsi almeno il 90% delle coppie. Soprattutto gli uomini dovrebbero tenersi lontani dal matrimonio almeno fin quando non ci sarà una nuova e più giusta legislazione sul diritto di famiglia...
  5. mylove669, Milano (Lombardia)
    A parte la questione legale che secondo me è l’ultima cosa a cui bisogna pensare, perché quello che conta di più e lo stare bene con la persona che ami. L’ideale è sempre iniziare a fare una convivenza, che è una sorta di “prova” per capire se ci puoi vivere con la persona che ami. Io direi almeno 4 anni di convivenza. (Questo è soggettivo). E solo dopo pensare a un matrimonio. Dico questo perché penso che le persone si conoscono veramente quando vivono insieme e scopri tutti i veri difetti della persona. E soprattutto impari a gestire anche le difficoltà della vita e hai un reale riscontro di come si affronta tutto insieme. Molte coppie si sposano subito senza convivere è solo dopo scoprono che non sono compatibili, e divorziano poco dopo. (evviva gli avvocati che fanno i soldi)
    preciousthing, Venezia (Veneto)
    4 anni di convivenza per capire se puoi vivere insieme alla persona che ami? Penso basti e avanzi un anno


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