|  | ➤ Registrazione richiesta Per votare o inserire commenti è necessario registrarsi a Nirvam Le donne ne sanno sempre una più del diavolo aneddoti e curiosità sulla storia del make up dalla preistoria ai nostri giorni
Sapevate che Cleopatra amava realizzare degli scrub con sabbie e
argille di cui la zona del Nilo era ricca? O che la regina d'Inghilterra,
Elisabetta I, adoperava la biacca o bianco di piombo per avere una pelle di porcellana?
L'utilizzo del colore e della toelettatura personale è, infatti,
un rituale presente sin dall'antichità. Nerofumo, fuliggine e polvere di
minerali sono tra i primi ingredienti impiegati per scurire o creare decori, oggi diremmo “tattoo”, sul corpo. Alcuni graffiti
ne attestano l'uso addirittura già dalla preistoria, con motivi ornamentali eseguiti sulle pareti o su alcune parti del
corpo e scelti in base alla tribù a cui il soggetto apparteneva. Il make
up, dunque, è un tratto distintivo non solo delle donne ma
di una società in genere, che finirà per trasformarsi in un vero e proprio
simbolo del lusso e dell'opulenza nel periodo Rococò di Maria Antonietta,
sino a diventare, ai giorni nostri, un'autentica forma d'arte.
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L'origine dei cosmetici
La parola Cosmetica deriva dal greco Kosm Tikos e significa "potere di sistemare" o "abile nel decorare". I primi
esempi di make up si hanno, come dicevamo, già nella preistoria, con le
tribù che decoravano sia i muri, per una funzione comunicativa,
sia il viso e il corpo, per incutere timore al nemico o per distinguersi da
altre tribù.
E' però ai tempi degli Egizi che la cura della persona comincia ad
evolversi, diventando una vera e propria cultura. La regina Cleopatra,
considerata come una delle prime icone di bellezza femminile in assoluto, truccava
gli occhi scurendoli con del kohl, ottenuto da resine
bruciate, oppure colorandoli con polvere di malachite, una pietra dal
colore verde/turchese. Anche il profumo era di utilizzo comune e di solito
veniva impiegato sotto forma di unguenti; spesso si trattava di odori che
fungevano anche da repellenti per gli insetti. Come si evince dai reperti,
nell’Egitto dei Faraoni non solo le donne, ma anche gli uomini ne
usufruivano, soprattutto per esaltare il taglio degli occhi.
Ovviamente, a quei tempi non vengono utilizzati prodotti chimici, ma tutti
composti naturali: lo zafferano per tingere le unghie; le mandorle bruciate per enfatizzare le sopracciglia, il miele e vari grassi di origine animale per realizzare tonalità
come il verde, da sfumare sulla palpebra. Figura già l’henné,
impiegato, oltre che per la pelle, come colore da utilizzare sulle guance.
In Grecia
il culto della bellezza diventa fondamentale; si narra addirittura che ad
Atene si multassero le donne che non si prendevano cura di sé. Le donne
greche non optano per un trucco eccessivo e tendono a prediligere colori
tenui, quali il rosa (ottenuto dal rosso Vermiglio) e il bianco, dal piombo
bianco. Come le donne egiziane, esse amano le sostanze profumate e
dipingono le sopracciglia di nero; l'attenzione è rivolta però
prevalentemente ai capelli, solitamente schiariti.
In Giappone nascono invece le bellezze dal viso pallido: le Geishe, dame di compagnia colte ma anche artiste e
musiciste; spesso confuse con le prostitute, in realtà si distinguono da
queste ultime perché indossano abiti più sobri ed eleganti. Le prime Geishe
risalgono al periodo di Heian (794-1185 a.C.) e in quei tempi il cerone
tipico veniva ottenuto utilizzando la polvere di riso e acqua. Le
sopracciglia vengono depilate e disegnate di nero, con un tocco di rosso.
Gli occhi sono truccati anch'essi di nero e di rosso e per le labbra viene
utilizzato il Benibana, il fiore di Cartamo da cui si otteneva il colore
rosso.
Durante il periodo del Barocco e dell'Illuminismo la
bellezza diviene un elemento fondamentale e avere una pelle curata e priva
di imperfezioni significava appartenere ad un rango sociale elevato. Un
cosmetico molto in voga era la cipria, applicata non solo
sul viso ma anche sul corpo; le sopracciglia vengono truccate di nero per
creare un distacco con le parrucche, che costituiscono il vero e proprio must di questo secolo, sia per il look delle donne che degli
uomini. Nel 1700 nasce anche il rossetto, applicato sulle labbra e sulle guance, dove cominciano a comparire i primi nei finti. In realtà, ogni neo aveva un significato ben
preciso: vicino alla bocca esprimeva sensualità, accanto
all'occhio passionalità, disegnato vicino al naso comunicava sfrontatezza, sulle guance eleganza e sul mento discrezione.
Non c'è alcuna distinzione di età per il make up e si truccano sia gli uomini che i bambini.
La casata dei Tudor e la reggenza di Elisabetta I
d'Inghilterra portano un ulteriore periodo di prosperità e apprezzamento
dell'arte cosmetica. La regina, infatti, riprende il trend del look
pallidissimo, la cosiddetta pelle di porcellana, rimasto popolare
sino al 1800. Per schiarire la pelle veniva utilizzata la biacca che
presentava però notevoli effetti collaterali, tra cui cicatrici
e, nei casi più rari, anche la morte. Pare anche che Elisabetta fosse
solita rasare l'attaccatura dei capelli, in quanto la fronte alta era una prerogativa
esclusiva d'eleganza aristocratica.
Il secolo che però, per antonomasia, rimane emblematico nella storia della
cosmesi è sicuramente il XVIII secolo, con la regina Maria
Antonietta. Famosi erano i suoi rituali di toelettatura, a
cui avevano accesso solamente i suoi collaboratori più stretti. Uno dei
cosmetici preferiti di Maria Antonietta era il rouge, un prodotto combinato di cere e carminio
(derivato dalle cocciniglie), che veniva applicato su labbra e sulle
guance, per donare il celeberrimo look denominato "bianco e rosso".
E' interessante notare che nel circolo aristocratico anche gli uomini si truccano. Esisteva a quei tempi un
club d'élite, il Macaroni Club, composto da very e propri dandy dell'epoca, amanti dei viaggi, delle tendenze e del lusso in
genere.
Il 1800 è un secolo di rivoluzioni e ci sono tantissimi cambiamenti nel
mondo del make up. Nascono le farmacie, che si dedicano ai cosmetici ed
emergono diverse aziende come la Rimmel London, con Eugene Rimmel.
L'apparizione del mascara risale proprio a questo periodo: composto da
polvere di carbone e vaselina, esso si presentava inizialmente allo stato
gelatinoso, senza scovolino e sotto forma di paletto.
Durante la storia si sono susseguiti molteplici diktat di stile, ma
l'avvento del cinema e delle star di Hollywood è stato determinante. Nel
'900 i reali e le dee dei dipinti, lasciano, infatti, il posto alle dive che diventano vere e proprie icone di bellezza e di
stile. Oltre al cinema, l'avvento della musica rock e pop, della
televisione e della pubblicità hanno cambiato drasticamente il concetto
estetico femminile e di conseguenza, le mode e le tendenze risultano in un
caleidoscopio più ampio. Gli anni '70 sono caratterizzati dal gusto hippie, con poco trucco e capelli protagonisti; gli anni '80, con
l'avvento della disco dance, pullulano di texture
brillanti, vistose e metallizzate. Durante gli anni '90 sino al 2000,
invece, gusti estremi e misture di stili si amalgamano e si passa dal trucco/non trucco, con pelle abbronzata, al make up di ispirazione gotica, con ombretti e toni scuri, di cui Britney
Spears, pop star americana, e Victoria Beckham, ex cantante delle Spice
Girls,
sono le cultrici per eccellenza con il loro ricorso allo smokey eyes.
Non possiamo concludere il nostro excursus sulla storia del make up senza
dare un ultimo sguardo all'avvento di Internet che ha portato con sé una
fusione di stili e culture, sfociando in una combinazione di idoli e
modelli di bellezza femminile considerevoli. Oggigiorno è possibile,
infatti, scegliere se adottare un make up "all'americana",
piuttosto marcato, oppure "all'italiana", che predilige invece un
trucco/non trucco, o ancora "alla francese", con labbra
rosse e eyeliner... le varianti sono davvero infinite. Basta trarre
ispirazione dalle cosiddette influencers che oggi
spopolano sui canali web e sulle bacheche dei principali social network,
proponendo look copiatissimi dalle giovanissime, ma non solo. Fino a pochi
anni fa quasi nessuno sapeva cosa fossero i fondotinta multicolori, gli
illuminanti, i primer e non erano neanche facilmente reperibili.
Ciò che rimane chiaro e costante nell'evoluzione della cosmesi è un unico
dato: l'eterna ricerca della bellezza. E' nella natura
umana piacere, sedurre, attrarre, quasi come se il culto per l'estetica
fosse la conditio sine qua non per donare positività al corpo e
all'anima. Insomma, sembrerebbe che se c'è trucco c'è inganno sì, ma anche
benessere e felicità!
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