Dal controllo del telefono ai lavori domestici: 7 stereotipi di genere incredibili, diffusi nei giovani
Le indagini Istat 2023 sulle convinzioni patriarcali tra i giovani danno risultati allarmanti.
Negli ultimi decenni è stato dato molto risalto alla necessità di abbattere i vecchi stereotipi di genere, che vedono la donna in una posizione di inferiorità rispetto all’uomo. Tuttavia, nella popolazione generale, molti pregiudizi rimangono. E purtroppo, da un’indagine Istat del 2023, risulta che il pensiero patriarcale contagia anche i più giovani.
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Ecco 7 stereotipi che purtroppo sono ancora diffusi e che dovremmo fare il possibile per abbattere:
- La gelosia è una dimostrazione d’amore
Il 41,3% dei ragazzi tra i 14 e i 16 anni è ancora convinto che la gelosia sia un segno d’amore. E che, in certe circostanze, controllare il cellulare o i social del partner sia giustificabile. Il 36% dei giovani, infatti, si dichiara favorevole a un’invasione della privacy che è in definitiva una forma di violenza. Secondo l’Istat è probabile che l’abitudine a controllare le attività online del partner sia legata alla cultura dell’iper-condivisione oggi dilagante.
- La violenza è “ok”
L’11,1% dei 14-19enni asserisce che “ogni tanto uno schiaffo va bene”. Una percentuale bassa, eppure preoccupante. La violenza non deve mai essere accettata, in nessuna forma e con nessuna frequenza.
- La bellezza è più importante per le ragazze
Il 57,7% dei 17-19enni pensa che la cura dell’aspetto sia più importante per le ragazze che per i ragazzi. Questo stereotipo della donna che deve curarsi per compiacere l’uomo è ancora profondamente radicato nel nostro immaginario. Su questo sono d’accordo anche il 51,0% degli 11-13enni e il 60,1% dei 14-16enni. L’idea sbagliata che tale immaginario si porta dietro è che il valore della donna risieda solo nella bellezza.
- Gli uomini sono meno adatti delle donne a svolgere le faccende domestiche
Uno stereotipo che si sta iniziando a smantellare solo in questi anni vede le donne come responsabili designate della conduzione della casa, mentre gli uomini non sarebbero tenuti a occuparsene. A volte gli uomini vengono encomiati perché “danno una mano”, con il sottotesto che il compito di pulire e riordinare spetterebbe in realtà alla donna. Non dimentichiamo che la casa è sempre di tutti e due! Purtroppo il 24,9% dei giovani pensa ancora che le donne siano più adatte a svolgere le faccende domestiche.
- Gli uomini sono più portati nelle materie scientifiche
Il 29,1% dei ragazzi (maschi) è ancora convinto che gli uomini siano per natura più abili nelle materie scientifiche, ingegneristiche e tecnologiche. È ancora cronica la mancanza di ragazze iscritte alle facoltà STEM: questo dislivello è dovuto a uno stereotipo duro a morire ma totalmente immotivato.
- Avere successo nel lavoro è più importante per l’uomo che per la donna
Lo stereotipo di cui sopra è gravissimo, perché dà a intendere che la donna debba occuparsi della casa e della famiglia mentre l’uomo sia autorizzato a lavorare e cercare il successo. Questa visione patriarcale del lavoro limita il lavoro delle donne a una specie di hobby. Secondo gli esperti, tale convinzione è determinante nell’alimentare la cultura della violenza di genere. Sono d’accordo con questa visione antiquata e rischiosa il 22,0% dei maschi e il 6,7% delle femmine.
- La donna è responsabile della violenza sessuale subita
Il 15,6% dei ragazzi e ragazze di 14-19 anni ritiene che le donne possano provocare i violentatori con il loro modo di vestire. Anche sul consenso ci sono dati allarmanti: il 13,7% dei giovanissimi è convinto che spesso le donne dicono di no, ma vogliono intendere di sì. Infine, il 12,1% dei 14-19enni è convinto che quando una ragazza subisce violenza ed è sotto l’effetto dell’alcol sia almeno in parte responsabile. I numeri sono piccoli, ma non per questo meno significativi. Significa che la cultura dello stupro è ancora radicata in una fascia d’età in cui le percentuali dell’indagine sarebbero dovute essere più vicine allo zero.
Cosa ci dimostra tutto questo? Che promuovere la cultura dell’uguaglianza è ancora oggi una priorità. Azioni di sensibilizzazione devono essere rivolte a tutte le fasce d’età, giovani inclusi.