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Se hai voglia di lamentarti, lamentati! Ma poi fai qualcosa
Occorre rivalutare la lamentela, che è uno sfogo utilissimo dal punto di vista psicologico specie se è seguita da azioni correttive.

È molto probabile che nella tua educazione ti sia stato insegnato a non lamentarti. Tradizionalmente, la lamentela viene vista come qualcosa di inutile, negativo e che causa fastidi agli altri. Quella che viene insegnata fin da piccoli è una forma di resistenza stoica, dove non si mostra debolezza e si mantiene la calma di fronte ai problemi grandi e piccoli.

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In realtà quello che nessuno ti dice è che la lamentela, dal punto di vista psicologico, è utile. Essa, infatti, permette di sfogarsi e verbalizzare la frustrazione, con un effetto profondamente catartico. Altre funzioni della lamentela sono la riduzione della tensione interna, l’alleviamento temporaneo del disagio e una chiarezza mentale che permette di distinguere le idee giuste da quelle sbagliate.

Lamentarti è principalmente uno sfogo emotivo che ti permette di canalizzare ciò che provi, impedendo lo sviluppo di ulteriori problemi come stress, ansia, irritabilità, frustrazione e insoddisfazione. La lamentela è un segnale d’allarme che permette di riconoscere quali ambienti e situazioni sono tossici per te, permettendo di trasformare l’insoddisfazione in una azione curativa e correttiva.

Lamentarsi, dunque, è importante, ma è altrettanto importante che non resti solo lo sfogo. Per migliorare concretamente la tua vita, infatti, è bene che tu passi gradualmente dalla lamentela all’azione. Il lamento può essere inteso a lungo termine come una forma di inerzia, mentre l’azione permette di cambiare davvero le cose smettendo di subire.

A volte bastano azioni piccole come cambiare un’abitudine o eliminare impegni dalla propria agenda per evitare lo stress. In questo caso il conflitto, che è latente, inizia a ridurre la sua intensità e si riacquista la calma. Altre volte, invece, le lamentele continue sono il segno che è necessario un cambiamento radicale che modifichi la situazione in modo permanente (ad esempio, cambiare lavoro o relazione).

La cosa importante dell’azione non è che tutto si risolva e i tuoi tentativi vadano a buon fine. Quello che conta davvero è recuperare il senso di controllo, senza che tu ti debba sentire in balia degli eventi. L’azione dà potere: dona la forza necessaria per risolvere i problemi, migliora il senso di autostima e autoefficacia e allena la resilienza.

Il lamento è utile quando ci si dà un tempo limitato (e non si trasforma il tutto in uno sfogo continuo), quando si ha la volontà di identificare la radice del problema e, infine, quando il processo sfocia in azioni concrete per modificare la propria situazione. Ti suggeriamo di cominciare con piccole azioni correttive, per vedere come va e saggiare la reazione di amici, familiari o colleghi. Man mano che avanza il tempo l’azione diventerà una buona abitudine e sarai in grado di affrontare anche problemi più grandi.

In conclusione, passare dal lamento all’azione è una strada per sviluppare un senso di empowerment personale, che aiuta ad affrontare a viso aperto i problemi della quotidianità. Quanto di più lontano ci possa essere dalla resistenza stoica, statica e dolorosa.



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