Con il reparenting si può ricostruire una figura genitoriale interna più empatica e accogliente.
Se da bambini i nostri bisogni sono stati ignorati possiamo aver sviluppato un “genitore interiore” severo e poco accogliente, che ci punisce per ogni errore e non ci permette di avere compassione per noi stessi. Per questo nasce la tecnica del reparenting, un approccio che permette di creare una figura genitoriale interna più equilibrata di quella che si è avuta da piccoli. Questa tecnica nasce inizialmente come terapia per i disturbi mentali, ma oggi è molto usata anche nei contesti di mindfulness e crescita personale.
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Nel contesto psicoterapeutico il reparenting ha iniziato ad essere utilizzato negli anni ’70 per il trattamento di disturbi come la schizofrenia, e poi si è allargato diventando una terapia anche per depressione, problematiche relazionali e di autostima, disturbo borderline di personalità. Il terapeuta, in questo contesto, assumeva il ruolo di “genitore sostitutivo” proponendosi come una figura empatica, amorevole e rispettosa. Con il tempo, il paziente era guidato verso la creazione di un genitore interiore più positivo e delicato.
L'idea di base è che si possa, attraverso la terapia, superare la coazione a ripetere gli schemi disfunzionali appresi durante l’infanzia e costruire una nuova immagine di sé, sostituendo i comportamenti negativi con altri più sani e adattivi. Il risultato finale è una vera e propria ristrutturazione del rapporto con sé e con gli altri.
La nascita del reparenting come terapia per disturbi anche gravi non deve trarre in inganno: tutti possiamo beneficiare di questa tecnica, che non a caso è stata inserita nei programmi di molti percorsi di crescita personale. L’obiettivo del reparenting nella mindfulness è sviluppare la cosiddetta autocompassione, un atteggiamento più indulgente e accogliente nei confronti di se stessi. Attraverso questa tecnica, le persone vengono guidate verso una maggiore consapevolezza delle proprie emozioni, che è in grado di migliorare anche il rapporto con gli altri. Molti esperti di mindfulness utilizzano a questo proposito esercizi come la meditazione e la visualizzazione guidata.
Ricostruire un genitore interno più funzionale non significa puntare il dito contro i propri veri genitori, giudicandoli inadeguati o addirittura cattivi. Significa piuttosto andare a guarire quelle ferite che sono naturali nel processo di crescita: tutti abbiamo avuto i nostri piccoli o grandi traumi, le nostre piccole o grandi mancanze. Diventando genitori di noi stessi possiamo correggere, se non tutti, almeno parte di questi problemi e imparare ad affrontare la vita con maggiore serenità.
Il risultato finale è un aumento dell’autostima e dell’autonomia, utile per affrontare meglio le sfide della vita.