Vedere invecchiare i genitori scatena spesso un’ansia anticipatoria per il momento della loro perdita.
Vedere invecchiare i propri genitori è una forma sottile di lutto: si rimpiange la propria infanzia, nella quale papà e mamma erano dei fari “onnipotenti”, e allo stesso tempo si anticipa il dolore della perdita. Inoltre il dispiacere nel vedere i genitori invecchiare è anche un dispiacere per se stessi, dato che il tempo passa per tutti.
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Il pericolo di lasciarsi andare alla malinconia è perdere le innumerevoli occasioni, che ancora ci sono, di intrattenere coi genitori un rapporto pieno e significativo. Le preoccupazioni per la salute, che spesso diventano il centro del discorso, non dovrebbero soffocare il desiderio di stare insieme anche in modo ludico, mentre invece spesso il rapporto si riduce a una cura che trasforma il figlio in un infermiere del genitore.
Alcuni figli reagiscono all’invecchiamento con sentimenti negativi ben giustificati, perché si trovano di fronte a un vero decadimento fisico, ma ci sono anche coloro che coltivano forti preoccupazioni senza motivi apparenti. Anche tra gli anziani i modi di reagire all’età sono diversi: c’è chi si mostra spaventato del tempo che passa, c’è chi invece si ostina a voler fare tutto ciò che faceva prima. Tra le reazioni dei figli osserviamo l’iperprotettività o al contrario la negazione, con persone che spingono ad esempio il proprio padre o madre a continuare a guidare anche se non si sente sicuro.
Di fronte al processo di invecchiamento non è semplice mantenere un atteggiamento saggio. È facile dire che l’accettazione è la chiave di volta, ma come si fa a raggiungerla? Una strada può essere quella dell’informazione: raccogliere dati e consigli sull’invecchiamento attivo, partecipare a feste della salute, non trascurare il benessere mentale informandosi sul rapporto tra età che avanza e processi psicologici. Con il tempo sarà importante imparare a distinguere quali sono i veri campanelli d’allarme dal punto di vista medico e quali sono invece solo preoccupazioni ingigantite.
La più difficile da combattere è certamente l’ansia anticipatoria. Sapere che prima o poi i genitori moriranno può essere fonte di grande angoscia e per affrontarla può essere utile a volte anche parlare con un professionista. Indagare il profondo dei propri sentimenti è infatti utile ad attivare la razionalità e la resilienza.
È molto importante evitare di trasformare il rapporto genitore-figlio in un rapporto paziente-curante. Per quanto le condizioni fisiche possano concedere è importante continuare a ritagliarsi dei momenti per fare attività insieme, dalla passeggiata alla cena, fino a una semplice partita a carte. Continuare a vivere dei momenti preziosi coi genitori allontana il sentimento di rimpianto che spesso accompagna l’ansia anticipatoria. A qualsiasi età, il rapporto coi genitori può continuare a essere fonte di grande gioia, al di là della preoccupazione.