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Perché siamo sostituibili (anche se siamo unici)
Essere amati per ciò che si è o per ciò che si dà: questo è il dilemma.

Tutti vorremmo essere “unici e insostituibili”. Sul fatto che siamo unici c’è piena certezza, ma è vero anche che siamo insostituibili? Purtroppo il mondo del lavoro ci insegna che per quanto siamo competenti ci sarà sempre qualcuno che potrà prendere il nostro posto (perché andiamo in pensione o semplicemente perché costiamo troppo). E in amore come vanno le cose?

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Nel mondo delle relazioni è spesso presente una forte angoscia, una paura ancestrale di essere sostituiti. Questa paura si riflette nel timore di essere considerati “uno/a qualunque”, alla stregua di un oggetto che può essere preso e gettato. Questa è molto spesso la base della gelosia, un sentimento che raramente nasce dal comportamento “libertino” del partner e molto più spesso ha origine nell’insicurezza personale.

La grande contrapposizione che sta alla base della paura di essere sostituiti è: sono amato per ciò che sono oppure per ciò che do? In altre parole: sono amato per le mie caratteristiche uniche e speciali oppure solo per ciò che posso garantire al partner in termini di bellezza, sostegno emotivo, status? Se la mettiamo così, nessuno vorrebbe rientrare nella seconda casistica. Eppure qualcosa di buono c’è.

Chi ha paura di essere amato solo per ciò che dà al partner è molto soggetto alla paura della sostituibilità. Infatti una bella donna può essere rimpiazzata da qualsiasi altra bella donna, un uomo facoltoso da qualsiasi altro ricco che si trovi nei paraggi. Non è un caso che la paura principale delle donne sia di essere brutte (o di imbruttirsi) mentre gli uomini temono di essere sfruttati solo per i soldi (o di impoverirsi). “Mi ameresti anche se fossi brutta, anche se fossi povero?” è l’assillante domanda che si pone in cerca di conferme.

Eppure essere amati per ciò che si dà non è negativo in assoluto. Se spostiamo la questione dal piano economico o estetico a quello emotivo, allora tutto acquista senso: chi dà affetto, amore, attenzioni sta facendo qualcosa di molto importante sul piano della relazione. Il caso di chi è amato semplicemente per ciò che è potrebbe configurarsi anche in una relazione infelice: magari questa persona non dà niente al partner, non offre reciprocità, si siede semplicemente sugli allori e aspetta di essere riverita.

L’ideale, come in tutte le cose, è l’equilibrio. Dovremmo essere amati per ciò che siamo e anche per ciò che diamo.

D’altra parte, anche essere amati semplicemente per ciò che siamo non elimina la possibilità che prima o poi  verremo sostituiti. L’amore è capriccioso, nasce e poi finisce, o almeno si trasforma. È possibile che in un momento di passaggio della sua vita la persona del nostro cuore si allontani, perché ha bisogno di qualcuno che non siamo noi. Per minimizzare questo rischio, anche se non possiamo eliminarlo, dobbiamo accertarci di dare quanto possiamo alla relazione, in termini di affetto fisico ed emotivo.

In conclusione, dobbiamo accettare l’idea che tutti siamo sostituibili, anche se rimaniamo unici e speciali. Purtroppo, o per fortuna, il mondo è in movimento dinamico e così anche i sentimenti. La cosa migliore che possiamo fare è lavorare ogni giorno per lasciare impresso negli altri il miglior ricordo di noi.



 Commenti (1)
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  1. ottimista1967, Monza (Lombardia)
    Bell'articolo e lo condivido abbastanza. Non ho avuto la fortuna di vivere appieno una relazione sentimentale con convivenza e un progetto condiviso ( figli ). Forse questo aspetto non è stato considerato nell'articolo. Una progettualità condivisa può aiutare la stabilità in una coppia, anche se i numerosi divorzi e famiglie allargate non offrono molte garanzie al riguardo.


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