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L'idealizzazione del partner: i meccanismi psicologici
L’idealizzazione del partner è un fenomeno del tutto normale nelle relazioni nascenti, ma conoscendo i meccanismi psicologici che stanno alla base di questa “illusione” è possibile evitare di restare delusi in seguito.

L’idealizzazione del partner è un fenomeno psicologico comune nelle relazioni sentimentali, in particolare nelle fasi iniziali. Questo processo, che porta a enfatizzare le qualità positive del partner e a minimizzare o ignorare i suoi difetti, ha radici profonde nella nostra psiche e gioca un ruolo fondamentale nella formazione e nel mantenimento dei legami affettivi.

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Dietro al processo di idealizzazione esistono delle cause biologiche, prima ancora che psicologiche. Un ruolo fondamentale è giocato dalla dopamina, il neurotrasmettitore associato alla ricompensa e al piacere, che instilla un piacevole senso di euforia e spinge a passare sopra tutti i difetti del partner.

Nell’idealizzazione del partner è però fondamentale la componente psicologica, che agisce con meccanismi come la proiezione. Quando stiamo proiettando, secondo il linguaggio psicologico, attribuiamo a un’altra persona sentimenti, sensazioni e caratteristiche che in realtà appartengono a noi. Innamorandoci, spesso rivestiamo l’immagine del partner dei nostri sogni, delle nostre aspettative, dei nostri stessi potenti sentimenti. Questo meccanismo è lo stesso che a volte porta a pensare che una persona ricambi il nostro amore quando non è così.

Il meccanismo di cui stiamo parlando è in parte adattivo: l’idealizzazione aiuta a rafforzare il legame emotivo, permettendo alla coppia di superare le insicurezze iniziali e di costruire una base solida per il rapporto. C’è però un’importante differenza tra come vivono l’idealizzazione le persone mature o immature psicologicamente.

Le persone psicologicamente mature di solito idealizzano il partner, ma lo fanno sulla base di qualità che effettivamente possiede, non discostandosi troppo da ciò che è. Le persone che hanno una certa immaturità invece possono attribuire al partner caratteristiche che egli non possiede, cadendo in una vera e propria utopia.

Cambia anche ciò che succede quando l’idealizzazione, com’è fisiologico, va a spegnersi. Le persone emotivamente mature tendono a mantenere l’interesse nei confronti del partner, imparando ad accettare anche i suoi lati “negativi”; le persone immature possono passare rapidamente dall’idealizzazione alla svalutazione, rendendosi conto che tutte le aspettative nei confronti del partner erano infondate. La svalutazione porta spesso una relazione a finire e la persona che lascia conserverà un ricordo negativo del partner, come se fosse diventato improvvisamente sgradevole, anche se nei fatti il suo carattere e il suo comportamento non sono cambiati.

L’idealizzazione del partner, come abbiamo già avuto modo di dire, è un fenomeno naturale, caratteristico delle relazioni d’amore nella fase iniziale. Non diremo certo che è bene astenersi dall’idealizzare, perché difficilmente è possibile arrivare a tanto. Possiamo però affermare che le persone con una certa maturità e esperienza alle spalle possono approcciare le relazioni in modo più realistico e maturo, considerando il partner in modo affine alla realtà e distinguendo la verità dall’immaginazione. Per costruire un legame sano e duraturo è importante riconoscere i propri bias cognitivi e accettare il partner nella sua interezza, con pregi e difetti. Solo così si può sviluppare una relazione autentica, basata su comprensione e rispetto reciproco.



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