Donare tempo, energie, risorse o beni materiali ai meno fortunati è un’azione lodevole che può nascondere motivazioni diverse.
La beneficienza, ossia l’atto di donare qualcosa agli altri in termini di denaro, beni materiali ma anche tempo e lavoro è vecchia quanto l’uomo. Molte persone trovano naturale dare ciò che hanno in sovrappiù a chi non è altrettanto fortunato e di rado si interrogano sulle motivazioni del loro gesto. Esistono di fatto molte ragioni per cui si fa beneficienza, oggi come in passato, e in questo articolo andremo a esplorare le principali.
Link sponsorizzato
- Empatia e compassione
Una delle ragioni fondamentali per cui le persone si impegnano nella beneficenza è l’empatia nei confronti degli altri esseri umani. La capacità di mettersi nei panni di chi sta attraversando momenti difficili suscita un desiderio innato di intervenire. Chi ha vissuto nella propria vita esperienze dolorose potrebbe avere la sensazione di aiutare l’antico se stesso offrendo dei doni ai meno fortunati. Questo senso di connessione umana genera un circolo virtuoso in cui coloro che ricevono aiuto potrebbero, a loro volta, essere ispirati a fare beneficenza per aiutare qualcun altro.
- Bisogno di stare bene con se stessi e di essere considerati in società
Anche se Gesù ammoniva di fare beneficienza in segreto e addirittura di dimenticarsi di averla fatta, è innegabile che chi dona qualcosa agli altri lo fa per sentirsi migliore o, più concretamente, per essere ben visto. In tutti questi casi la beneficienza rappresenta un nutrimento per chi la fa, ancor più che per chi la riceve.
- Desiderio di impattare positivamente sul mondo
Collegato al desiderio di essere ben visti, cioè di accrescere il proprio ego (in modo positivo e sano, ovviamente) c’è anche il desiderio di lasciare la propria impronta sul mondo. Fare beneficenza offre l'opportunità di creare un impatto positivo e tangibile sulla vita delle persone e delle comunità in difficoltà. Molti donatori cercano di individuare organizzazioni o cause che corrispondano alle loro passioni e interessi specifici e in questo modo possono vedere direttamente il cambiamento che contribuiscono a realizzare. Sapere di avere un ruolo nell'aiutare gli altri e migliorare le condizioni di vita delle persone offre una sensazione di realizzazione e soddisfazione personale.
- Valori etici e religiosi
Alcune religioni, come ad esempio l’islam, considerano la beneficienza uno dei requisiti irrinunciabili per essere considerati credenti devoti. Per questo in passato in alcuni paesi islamici la beneficienza era una vera e propria tassa, obbligatoria per tutti, destinata a creare e mantenere fondazioni pie per gli orfani o i poveri. Anche il cristianesimo e l’ebraismo sono legati al concetto di elemosina. Ecco perché ancor oggi le persone religiose di tutto il mondo, o quelle che aderiscono a filosofie di vita spirituali, sono spinte a considerare la beneficienza come un imperativo morale.
- Comunità e senso di appartenenza
Le azioni di beneficenza spesso coinvolgono diverse persone che si uniscono per raggiungere un obiettivo comune. Queste iniziative promuovono un senso di appartenenza e di scopo condiviso, favorendo la collaborazione tra individui e gruppi diversi. Inoltre, partecipare a iniziative di beneficenza può essere un modo per connettersi con altre persone che condividono gli stessi valori e obiettivi, creando legami sociali significativi.