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La sindrome del coinquilino: cos'è e come prevenirla
A volte, quasi senza sapere come è successo, ci si accorge che l’amore si è raffreddato e da partner si è passati all’essere dei semplici affettuosi coinquilini…

Molte coppie di lunga data attraversano la cosiddetta “sindrome del coinquilino”. La metafora è chiara: quando la passione finisce in soffitta e si condividono gli spazi fisici ma non quelli erotici ed emotivi la sensazione è che da amanti si sia diventati solo conviventi.

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L’intimità è una delle componenti fondamentali della vita di coppia e benché sia normale che la frequenza dei rapporti si riduca col tempo è altrettanto chiaro che l’assenza di carezze e baci sia un problema da non sottovalutare.

Le cause possono essere tante: uno dei partner può avere un problema fisico o emotivo e non sentirsi più a suo agio nell’intimità, oppure l’amore è finito anche se ci si dice di no, oppure si è di fronte a un momento di crisi di coppia. La maggioranza delle coppie di “coinquilini” continua comunque a stare assieme, ed è certamente un bene quando si pensa di poter prendere di nuovo in mano la situazione, un male se si assecondano il quieto vivere e l’abitudine senza veder soddisfatti i propri reali desideri.

La caratteristica più comune delle coppie con la sindrome del coinquilino è una convivenza tutto sommato serena, piacevole ed equilibrata, che però manca della scintilla fondamentale che fa sentire pienamente vivi e appagati. Questo a lungo andare può sfociare anche in un allontanamento emotivo, che è il fattore più pericoloso in quanto preclude a una rottura vera e propria del rapporto oppure a un tradimento. Se infatti non ci si sente a proprio agio con il partner dal punto di vista fisico è molto più facile prendere le distanze anche mentalmente.

La sindrome del coinquilino è spesso vista come l’evoluzione naturale di un rapporto amoroso, specie se l’età avanza. In realtà bisogna stare attenti ai reali bisogni propri e del partner, perché non è affatto detto che una persona di sessanta o settant’anni sia pienamente soddisfatta nella mancanza di una dimensione sessuale.

Di solito le coppie che affrontano la sindrome del coinquilino sono ancora innamorate e questo è un elemento molto importante da cui ripartire. L’amore per essere pienamente soddisfacente deve essere sorretto da continue attenzioni e non appena si ha il sospetto che la routine di coppia non sia più soddisfacente per uno o entrambi i partner è ora di intervenire per non rovinare il rapporto.

Spesso le coppie che hanno perso la dimensione dell’intimità trovano un significativo beneficio praticando sessioni di terapia di coppia o andando a colloquio da un sessuologo. Questi professionisti esperti sanno come guidare le persone che sono convinte di “conoscere a memoria” il loro partner in un viaggio di riscoperta dell’altro e di sé. L’incoraggiamento a comunicare e ad affrontare il problema apertamente è la chiave principale per risolvere il problema, dal momento che la sindrome del coinquilino la maggior parte delle volte rappresenta un campanello di allarme che si ha troppa paura di ascoltare.



 Commenti (1)
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  1. bigfat, Milano (Lombardia)
    Per il bene dei figli penso sia solo ipocrisia perché poi una volta grandi faranno comunque la loro vita con o senza di noi.


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