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Il nostro nome dice molto su chi ce l'ha messo
La scelta del nome di un figlio si attua su due livelli, quello conscio e quello inconscio. Entrambi eserciteranno un’influenza sul nascituro.

Il nostro nome è il primo segno di noi che viene lasciato nel mondo, quando ancora non siamo nati.

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Il nome ha tre funzioni principali:

  • Identificativa: è la funzione fondamentale. Il nostro nome ci differenzia dalle altre persone, è quello cui rispondiamo e che permette di individuarci nella massa.
  • Ubicativa: anche se oggi è abbastanza di moda dare nomi stranieri ai bambini, in generale questi sono adattati alla cultura di appartenenza e permettono di identificarla immediatamente. Un cinese potrà chiamarsi Fen, un inglese John, addirittura un italiano del Sud Salvatore e uno del Nord Walter…
  • Predittiva: è la parte del nome che non racconta di noi, ma di chi ce lo ha messo. La parola che serve a definirci non è stata scelta da noi, ma da qualcuno che ha impresso in essa un progetto di vita, delle aspettative per il futuro.

È proprio la funzione predittiva del nome che può aiutarci a individuare il modo in cui i nostri genitori o tutori hanno immaginato la nostra essenza. Qualcuno ha scelto un certo nome per ricordare una persona che non c’era più o che era stata importante per la sua formazione (un genitore, un nonno o un maestro, ad esempio); qualcun altro ha scelto un nome che gli sembrava altisonante, o un nome ricercato o di moda per stupire gli amici; qualcuno ha voluto ricalcare il nome di una persona che ammirava (un attore, un musicista, uno scrittore…). Sono veramente tanti i motivi, consci e non, che stanno dietro la scelta del nome di un bambino.

Più il nome è comune (Luca, Giulia…) meno risulterà predittivo per chi lo porta, come una morbida pasta modellabile a piacere; più il nome è inusuale o condizionato dal ricordo di un antenato, più la sua forza si eserciterà sulla vita di chi lo possiede. In genere, chi sceglie per i figli nomi esotici e particolari ha molta voglia di distinguersi, impressionare, lasciare un segno a volte esagerando, tratto che potrebbe trasmettere alla generazione successiva. Chi dà il nome dei nonni intende invece seguire la tradizione (con un pizzico di conformismo) oppure sottolineare la centralità delle radici. Chi sceglie il santo del giorno può manifestare un animo molto religioso, ma anche caratterizzarsi per un po’ di incuria verso il bambino.

I nomi hanno poi sempre o quasi un significato intrinseco, etimologico, anche se non molti genitori lo considerano determinante per la scelta. Presto o tardi questo significato viene conosciuto dalla persona che lo porta e può talvolta esercitare anch’esso un potere di predizione per il suo futuro.

Il nostro nome può piacerci oppure no ma presto o tardi finiremo per aderirvi completamente, incamerando il suo significato, o in casi estremi a rifiutarlo in blocco chiedendone il cambio ufficiale. Anche questi due atteggiamenti opposti rivelano quanto sia forte il potere di questa unica parola.

Secondo gli antichi ebrei, chi conosceva il vero nome delle cose era in grado di dominarle: il nome, la definizione, celano dei rischi nascosti e possono facilmente trasformarsi in etichette soffocanti, a meno che non si impari a dominare il loro potere.



 Commenti (2)
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  1. marianna9045annam, Palermo (Sicilia)
    IO HO AVUTO IL NOMELO DELLA PRIMA MOGLIE DI MIO PADRE- NN SO PERCHE' LO HA FATTOVISTO CHE NEMMENO LA AMAVA ORA MI SONO ABITUATA MA SE AVESSI POTUTO SCEGLIERE AVREI DETTO NN VOGLIO IL NOME DI UNA MORTA ESTRANEA TRA L ALTRO. ANNAMARIA
  2. cri_cri62, Udine (Friuli-Venezia Giulia)
    Il nome che ci identifica come persona trovo sia molto importante. Mi sarebbe dispiaciuto riceverne uno che non avessi gradito o che non fosse corrisposto al mio modo di essere. Invece ho sempre detto alla mamma che pur avendomi creata con una montagna di difetti.. seppure a me non dispiacciono.. mi ha però messo un nome che mi è sempre piaciuto, che ho sempre sentito mio. Un colpo di fortuna visto che non poteva sapere come sarei stata! Cristina.


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