Perché così tante persone simulano il piacere? Cosa c’è dietro e perché non bisognerebbe continuare con questo atteggiamento?
Fingere l’orgasmo è un comportamento comune per le donne e non raro nemmeno per gli uomini: secondo l’ISS (Istituto di Sessuologia Scientifica) circa il 67% delle donne e il 28% degli uomini ha mentito su questo tema almeno una volta nella vita. Altre fonti, come la Società Italiana di Medicina Generale, sostengono che a fingere l’orgasmo sia almeno il 42,2% delle donne.
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Aggiungiamo un altro dato, questa volta registrato dal Journal of Sex Research: uno studio da loro condotto avrebbe rivelato che il 90% degli uomini raggiunge l’apice del piacere con frequenza, mentre il 70% delle donne raramente (o mai). In questa ampia “zona grigia” del piacere femminile spesso incompleto potrebbe radicarsi la tendenza a fingere l’orgasmo.
Quali sono infatti i motivi che inducono a fingere? Il principale è uno solo: gratificare il partner, evitando di farlo sentire inadeguato, scontento o deluso.
Il fatto è che nella mente di tutti c’è l’idea che il godimento durante un rapporto sia la prova provata che il partner è bravo a letto e che… lo siamo anche noi! Il disagio che deriva dalla sincerità sembra così grande proprio per questo: chi si esporrebbe volentieri ad ammettere di non essere “bravo”, accusando l’altro di esserlo ancor meno? Anche se nessuno ha mai insegnato “come si finge” tutti imparano molto presto a farlo, per evitare dispiaceri, sensi di colpa, domande inopportune o addirittura l’abbandono da parte di un partner frustrato.
Da uno studio condotto su ragazze italiane tra i 18 e i 24 anni emerge infatti che i motivi della finzione sono vari e anche un po’ tristi: uno dei principali è la paura di essere rifiutate dal partner, poi oltre al classico tentativo di non mettere in imbarazzo l’uomo c’è anche spesso il desiderio che il rapporto intimo finisca presto. Non proprio confortante.
Sono in molti, professionisti e non, a ritenere che fingere l’orgasmo sia sbagliato. L’idea di simulare per non mettere a rischio l’autostima del partner significa spesso mettere i propri bisogni in secondo piano; in qualche caso, come si lamenta da più parti, questo potrebbe essere sintomo di un rapporto dispari e soprattutto di un maschilismo interiorizzato, dove il piacere dell’uomo resta l’unico metro di misura di un rapporto “giusto”.
In generale fingere per compiacere qualcun altro non fa bene e non rende giustizia a nessuno. Mentre siamo pronti ad accettare che sia così in tutte le sfere dell’esistenza, fatichiamo a renderci conto che lo stesso vale anche per l’intimità.
Purtroppo in molte coppie l’intimità c’è, e può essere anche molto frequente, ma una sorta di tabù impedisce che se ne parli con franchezza a quattr’occhi. È proprio questa abilità che dovrebbe essere acquisita e “sdoganata” per creare rapporti migliori sia dentro che fuori dal letto. Urge, insomma, un salutare cambio di mentalità.