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Entomofobia: 5 segnali e come superare questa paura irrazionale
Chi soffre di entomofobia prova un terrore irrazionale nei confronti degli insetti in generale o di alcune specie in particolare. Ecco come si manifesta e come combatterla.

L’entomofobia, dal greco entomos (insetto) e phobos (paura), è una parola che indica il timore irrazionale ed eccessivo nei confronti degli insetti. Chi soffre di questa particolare fobia può temere tutti gli insetti o solo alcuni in particolare: molto famosa è l’aracnofobia, ossia la paura dei ragni. Ma esistono anche varianti meno conosciute come l’apifobia (paura delle api o delle vespe), la vermifobia (paura dei vermi), la katsaridaphobia (paura degli scarafaggi), la mirmecofobia (paura delle formiche).

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L’entomofobia, in modo simile ad alcune altre fobie, non comporta soltanto paura, ma anche un particolare ed accentuato disgusto che può scatenarsi alla vista, al contatto o anche solo al pensiero degli insetti. Molte persone che soffrono di entomofobia tendono ad adottare comportamenti evitanti, sia per diminuire la probabilità di incontrare degli insetti sia per nascondere la loro paura, per non essere giudicate male o derise. Questo può portarle, ad esempio, a evitare soggiorni o passeggiate nella natura.

Ma, riassumendo, quali sono i segnali che possono rivelarci di avere l’entomofobia, o di conoscere una persona che ne è affetta? I principali sono cinque:

  1. Intensa paura alla vista di insetti vivi, riprodotti in video o fotografie, o anche solo al pensiero di essi.
  2. Nervosismo che si fa tanto più intenso quanto più l’insetto si avvicina.
  3. Consapevolezza che la paura che si prova è irragionevole combinata all’incapacità di controllarla.
  4. Evitamento delle situazioni in cui si potrebbero incontrare degli insetti: no a gite nella natura, alla frequentazione di parchi, ai soggiorni in agriturismi o case di campagna.
  5. Sintomi fisici tipici delle fobie: attacchi di panico, battito accelerato, sudorazione eccessiva, iperventilazione.

Le fobie sono dei “disturbi”, le virgolette sono d’obbligo, che sono estremamente diffusi in tutto il mondo e che spesso hanno un’origine evolutiva, con radici nella storia più antica dell’uomo. Non bisognerebbe giudicare queste paure, ridendone, e non si dovrebbe esagerare la loro portata. Soffrire di entomofobia, ma anche di claustrofobia o di agorafobia, non significa essere “malati”.

L’aiuto specialistico è necessario quando ci si rende conto che la paura è andata talmente in là da costringere la persona a evitare delle situazioni che invece desidererebbe intensamente vivere. Nel caso di un entomofobo, privarsi delle giornate all’aperto, dei picnic e delle passeggiate nella natura può essere una limitazione troppo ingiusta e invalidante per non correre ai ripari.

Il suggerimento degli psicologi per provare ad affrontare l’entomofobia da soli consiste nella “sfida” ai propri pensieri. Si tratta di provare, gradualmente, a correre il rischio di incontrare degli insetti e a resistere alla tentazione di fuggire, sottoponendo a critica razionale i propri pensieri intrusivi catastrofici e allenando in questo modo la mente come se fosse un muscolo.

Poiché l’entomofobia, come le altre fobie, si nutre dello stress e dell’ansia e peggiora nei periodi di maggiore stanchezza, un altro buon consiglio per combatterla è dedicarsi alla cura di sé, ascoltando i segnali del corpo e “staccando” quando lo stress e la fatica si fanno eccessivi. Anche la meditazione e le altre tecniche di rilassamento psicofisico sono molto utili per combattere la paura degli insetti.



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