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Soffro di ansia: perché mi succede?
Milioni di persone nel mondo soffrono per via dell’ansia: per questo è bene sapere da dove nasce e perché. Anche se tutti nella vita sperimentiamo questa sensazione, non per questo soffriamo di un disturbo d’ansia, che è una condizione medica ben precisa.

L’ansia nasce agli albori dell’umanità come strategia difensiva: cos’è infatti, se non la sensazione di un pericolo imminente e il tentativo di mettersi al sicuro da esso? Il meccanismo che governa l’ansia è un vero e proprio istinto salvavita. I problemi nascono quando questa sensazione sgradevole è immotivata ed è tanto pervasiva da limitare significativamente la quotidianità.

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I ricercatori hanno individuato da tempo il “luogo” dove si origina l’ansia: le zone del cervello denominate amigdala e talamo. Queste sono deputate alla raccolta di informazioni legate al pericolo e all’elaborazione di una risposta. Secondo le scoperte più recenti è nello specifico il nucleo paraventricolare del talamo (PVT) a funzionare come “detector” della tensione.

I messaggeri chimici che collegano l’amigdala e il talamo sono i cosiddetti BDNF: la loro scoperta, negli anni ’50, valse il nobel alla grande studiosa italiana Rita Levi Montalcini. È proprio su questi messaggeri che i ricercatori si stanno concentrando per elaborare farmaci sempre più efficaci per le persone che soffrono di importanti disturbi d’ansia.

Ora, anche se i meccanismi che generano l’ansia sono chiari, questo non spiega perché certe persone sentano in modo così forte questo “allarme” rispetto alle altre. Qualcuno sostiene che l’ansia sia il nostro “male del secolo” insieme allo stress e alla depressione: sicuramente la vita moderna incoraggia il sentimento d’ansia e lo rende endemico. Possiamo notare però che tante persone riescono a scendere a patti con la propria ansia, mentre altre fanno davvero più fatica a parità di condizioni.

L’ansia “estesa” provoca in chi la avverte un insieme di disturbi tendenzialmente cronici, dalla ruminazione mentale ai problemi gastrointestinali, fino a palpitazioni, aritmie, ulcere… secondo gli esperti, le origini dell’ansia patologica potrebbero essere diverse:

  • Familiarità: avere dei genitori con disturbi d’ansia è un fattore predisponente sia dal punto di vista genetico sia per le abitudini apprese.
  • Presenza di traumi che possono innescare una sensazione di pericolo diffusa.
  • Una storia di vita difficile segnata da lutti, abbandoni, difficoltà economiche ecc.
  • Problemi fisici come asma, ipertiroidismo o cardiopatie.

Già solo dando uno sguardo a questi pochi punti ci si può rendere conto che non esiste l’ansia, quando piuttosto le ansie. Quando una persona vive uno stato d’ansia continuo e limitante dovrebbe sempre rivolgersi a un medico per capire da cosa nasce e, di conseguenza, come è possibile intervenire. I disturbi d’ansia sono vere e proprie malattie e sono ben diverse dall’avere, semplicemente, “un carattere ansioso”.

A volte i farmaci sono indispensabili, anche se quelli utilizzati più di frequente per l’ansia possono dare dipendenza e devono sempre essere inquadrati in una cura di ampio respiro. La psicoterapia dà ottimi risultati nella lotta contro l’ansia e le fobie ed è quindi la scelta migliore nella maggior parte dei casi.



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