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Stai decidendo ogni giorno di essere infelice: ecco quando.
Secondo lo psicologo Albert Ellis, se vuoi essere felice devi smetterla di dare credito a certe idee sbagliate: vediamo quali sono.

Albert Ellis è uno psicologo clinico americano, autore della cosiddetta teoria razionale emotiva. La sua è una riflessione molto interessante sul rapporto tra emozioni e pensieri: secondo Ellis alla base della maggior parte dei nostri malesseri non stanno tanto le emozioni negative, quanto alcune idee sbagliate prodotte dalla nostra mente, dalla società, o trasmesse dai genitori. In poche parole, la teoria razionale emotiva sostiene che chi pensa male vive male e chi al contrario impara a rafforzarsi tramite pensieri positivi è in grado di affrontare meglio le difficoltà. In questo senso, quando ci sentiamo perseguitati dall’infelicità, dovremmo renderci conto che in parte la stiamo scegliendo, non subendo. 

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Scegliere di essere infelici significa dar credito a un insieme di idee negative, distorte o fuorvianti che bloccano la nostra evoluzione personale anziché favorirla. Tra le convinzioni sbagliate che circolano maggiormente nella società occidentale, Ellis ne distingue in particolare tre, tutte segnate da una parola comune: “devo”. Le convinzioni sono percepite come assolute, come dimostra l’utilizzo di questa parola, e quando la persona non sente di muoversi nella direzione da loro indicata precipita regolarmente (e inutilmente) nell’angoscia. 

  1. “Devo avere successo nelle mie iniziative e nelle mie relazioni: se non ho successo, sono una persona sbagliata”. Questa convinzione è radicata nella maggior parte di noi, ma ha spesso il risultato di portarci dolore piuttosto che di spingerci a lottare per la felicità. Tenere in piedi un sistema di pensiero basato su quest’affermazione spinge a vivere in modo tragico qualsiasi battuta d’arresto, sia in campo amoroso che lavorativo. 
  1. “Le altre persone devono assolutamente trattarmi come merito, comprendendomi e amandomi: altrimenti si tratta di gente cattiva che merita il peggio”. Quest’affermazione è alla radice di tanti sfoghi rabbiosi, di tante violenze che altrimenti sarebbero evitabili. Bisognerebbe piuttosto pensare che, nonostante il nostro valore e la nostra dignità non siano messi in discussione, è possibile che le persone non li riconoscano – un loro limite, ma nulla più. Sentirsi perseguitati dal mondo non è il viatico per la felicità. 
  1. “Devo assolutamente vivere in condizione di lusso e ricchezza: altrimenti la mia vita sarà orribile”. Lottare per affermarsi nella vita e migliorare il proprio status è diverso dal vivere attaccati al denaro, nella continua angoscia di guadagnare di più. Un pensiero simile può essere molto ostacolante, impedendo di portare avanti percorsi lavorativi potenzialmente di successo o impedendo, semplicemente, di apprezzare i risultati già ottenuti. 

Insomma, secondo la teoria razionale emotiva smettere di dar credito ad affermazioni come queste potrebbe portarci a una gigantesca evoluzione personale, permettendoci di vivere una vita più piena, più serena e felice. Il grande merito di Ellis, il quale si riallaccia a Kant dal punto di vista filosofico e a psicologi come Karen Horney, Alfred Adler, e a Watson dal punto di vista clinico, è aver portato alla ribalta il ruolo del pensiero razionale all’interno della crescita personale. Agire sulle emozioni può essere difficile per noi (sono così sfuggenti!) ma modificare il pensiero che abbiamo nei confronti degli avvenimenti di ogni giorno è invece possibile. In questo senso, scegliamo di essere felici o infelici in base alle idee che ci permettiamo di sostenere. Ci sembra un’ottima notizia.



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