|  | ➤ Registrazione richiesta Per votare o inserire commenti è necessario registrarsi a Nirvam Cattiveria umana e “fattore D” Gli studiosi, alla ricerca dell’origine della malvagità umana, hanno identificato nel cosiddetto “fattore D”, presente nell’uomo, il padre di tutte le manifestazioni della cattiveria. Una delle grandi domande che si pone la scienza, quando osserva l’essere umano, è come sia possibile che questo essere così orientato alla collaborazione, anzi, nato per essa, possa essere a volte dominato dalla malvagità. Il problema del male è molto sentito in tutte le società, antiche e moderne: alcune di esse lo hanno spiegato con l’influsso di divinità cattive, oppure con figure antitetiche al buon Dio (il Diavolo, appunto); la scienza moderna ha cercato a lungo nella psicologia e nei traumi infantili la possibile nascita del male. Gli scienziati di oggi sono convinti, da almeno un centinaio di anni, che esista un cosiddetto “fattore D”, deputato alla crudeltà e alla malvagità.
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Anche se la scienza non ha potuto rivelare l’origine prima di questo misterioso fattore (concorrente del “fattore G” che illustra l’intelligenza), gli esperti concordano sull’utilità di esso come parametro di misurazione. Il “fattore D” sarebbe, nella sua intima sostanza, la propensione di alcuni uomini ad anteporre le proprie esigenze a quelle degli altri, senza pensare a quanto potrebbero soffrire. Da questa inclinazione scaturirebbero tutte le forme più o meno gravi di malvagità, dalla violenza domestica agli omicidi seriali.
Con uno strumento detto “scala di Michael Stone” è possibile misurare la cattiveria umana ponendola in una scala di ben ventidue gradini. Parallelamente, è stata realizzata una tabella che elenca le nove caratteristiche principali del “fattore D”. Ecco quali sono:
- Egoismo, ossia la propensione a “vedere” e considerare validi solo i propri interessi.
- Machiavellismo, ossia, semplificando, l’attitudine a manipolare.
- Mancanza di moralità ed etica.
- Narcisismo, sia in senso psicopatologico che in senso lato.
- Senso di superiorità, ossia la convinzione di meritare un trattamento migliore rispetto agli altri.
- Psicopatia, intesa come l’insieme di devianze psicologiche che comportano mancanza di empatia.
- Sadismo: le persone sadiche godono nell’infliggere dolore agli altri, perché sentono di dominarli.
- Interessi materiali e sociali: la brama di potere, ad esempio.
- Malevolenza, termine generico che indica una propensione al male in qualsiasi forma, un atteggiamento di sospetto e distacco dagli altri, invidia, gelosia, mancanza di empatia.
Una ipotetica personalità che riunisse in sé tutte queste caratteristiche sarebbe la quintessenza del “fattore D”. In parte, tutti o quasi tutti posseggono, anche quando è sottosviluppata, una tendenza verso almeno uno di questi elementi. La malvagità potrebbe accomunare, in potenza, tutti gli esseri umani, anche se poi solo una parte di essi la sviluppa in modo grave e serio.
L’origine del “fattore D” resta ancora un mistero e per questo le credenze sulla nascita del male risultano tanto forti ancora oggi. Resterebbe da chiedersi se gli animali, ad esempio, possano essere malvagi: secondo la maggior parte della gente no, perché agiscono per loro tornaconto ma solo in modo istintivo, guidati ad esempio dalla fame. Il male umano è così particolare (e pericoloso) dal momento che alberga in una mente intelligente, in grado di causare danni molto grandi. Forse è una evoluzione degli istinti animali? O, come credono i religiosi, è una potenza ultraterrena a possedere i cattivi guidandoli nei loro crimini? E chi lo sa! L’importante è tenersene lontani il più possibile.
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