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La postura può influenzare la nostra autostima?
Il nostro modo di stare seduti o di camminare può avere un’influenza sul nostro umore e sulla percezione di noi stessi? Cerchiamo di rispondere a questa domanda.

La comunicazione non si fa solo con le parole, ma anche con codici linguistici meno immediati e più “ancestrali”: parliamo ad esempio del linguaggio paraverbale, cioè quello che si basa sul corpo e sulla postura. Appartengono ad esso la prossemica (la distanza che in ambito relazionale si interpone fra se stessi e gli altri), la mimica facciale e, appunto, la postura. 

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Questa tipologia di comunicazione non è meno incisiva di quella verbale, anzi, molti ritengono che essa possa essere la più genuina in quanto difficilmente controllabile. Se diamo per assodato che le parole non sempre riflettono il vero pensiero o stato d’animo di chi le pronuncia, sappiamo anche che il corpo difficilmente mente. 

Il corpo rappresenta, in quest’accezione, il riflesso più spontaneo delle emozioni del momento. Di qui il tentativo di diversi studiosi di creare un collegamento fra la postura, il benessere psichico e l’autostima, operazione ancora non scientificamente riuscita in quanto non esiste a tutt’oggi una connessione oggettivamente dimostrabile fra i tre contesti. 

Si parla in gergo scientifico di posture ad alta potenza, o power posing, e posture a bassa potenza. Nel primo caso l’individuo ha un atteggiamento più deciso, con il corpo eretto e le mani in posizioni armoniche, sui fianchi o comunque ben visibili. È l’immagine collettiva del condottiero, dell’uomo forte e impavido, che basta a se stesso. Nel secondo caso, invece, il corpo è chiuso e contorto, le mani nervose o nascoste. 

Gli esperimenti condotti in questo campo, anche se non strettamente collegati all’autostima, hanno dimostrato che le persone con una postura solida e forte hanno meno difficoltà a sostenere sforzi fisici e trasmettono, di riflesso un certo fascino: non a caso anche nei colloqui di lavoro una certa prestanza fisica influenza positivamente la selezione. Anche una vena di romanticismo sembrerebbe essere prodotta, laddove il power posing non sia affettato ed eccessivamente caricato. In ordine all’autostima vera e propria, i ricercatori hanno potuto ravvisare gli effetti benefici del power posing su un gruppo di studenti per i quali una posizione eretta assurgeva a sinonimo di fierezza e di fiducia in se stessi. 

Al contrario, un basso profilo o bassa potenza viene collegato, non soltanto dall’ambiente circostante ma anche dal soggetto stesso che adotta una postura simile, ad emozioni negative e di chiusura verso il mondo. Gli esperimenti suggeriscono infatti un possibile collegamento tra posture determinate alla chiusura e un atteggiamento altrettanto diffidente verso il mondo. Non si sa ancora se la postura possa influenzare veramente lo stato d’animo, ma di certo è un linguaggio che viene “letto” facilmente dagli altri e quindi può scatenare una qualche forma di reazione a catena in senso sia positivo che negativo. 

Al netto degli esperimenti scientifici in questo campo, la postura del corpo è riconosciuta come un elemento fondamentale nel benessere psicofisico della persona: una posizione corretta del corpo previene i dolori muscolari e cervicali, difendendo e mantenendo il naturale stato di benessere; e il benessere fisico è un tassello molto importante per il raggiungimento del benessere psicologico (e questo sì che è certo). Il benessere psicologico, a sua volta, è il primo gradino per l’autostima intesa come il considerarsi individui unici, fieri delle proprie capacità, ben sapendo che anche i propri limiti concorrono alla crescita personale, unica e irripetibile, senza esempi stereotipati o luoghi comuni da inseguire. 

Ci sono tanti modi di aprirsi al mondo esprimendo la propria creatività: con le parole, con il lavoro, con la scrittura… e anche con la postura del proprio corpo.



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