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Come tornare alla vita quando un amore è finito
Un tradimento subito, la fine di un matrimonio o di una storia d’amore spesso suscitano in noi timori e tristezza, ma possono essere un’occasione per rinascere

Sui giornali troviamo ciclicamente notizie preoccupanti sulla diffusione della depressione: i dati mostrano che questo malessere sia in costante aumento e rivelano un aumento significativo del consumo di antidepressivi. Sono ancora troppi purtroppo i medici che tendono a curare sintomi e stati depressivi solo attraverso gli psicofarmaci.

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Quella chimica però non è l'unica via possibile. In molti casi, specialmente quando all'origine del calo dell’umore c’è una crisi di coppia, un percorso di psicoterapia può essere efficace più dei farmaci per sconfiggere la tristezza dell’anima, lasciandosi guidare dalle intuizioni che l’inconscio ci invia.
Non si tratta per forza di percorsi lunghi: quando ci affidiamo all'anima non è necessario molto tempo per cambiare vita positivamente. Le due storie che stiamo per raccontarvi lo testimoniano

Barbara riscopre l’avventura

"Quest’anno mio marito mi ha lasciata per un’altra donna e io sono caduta in una forte crisi depressiva. Poi quella storia è finita e ho voluto salvare il mio matrimonio a tutti i costi. Ho sbagliato, non c’era più vero amore tra di noi e io sono ricaduta nella depressione. Poi la mia vita mi ha fatto incontrare un altro uomo che mi piace tantissimo. Lui vive lontano e razionalmente dovrei lasciarlo, ma non ci riesco. Che cosa devo fare?" Barbara ha vacillato a lungo tra una scelta da donna razionale, tornare col marito, e la depressione che le impedisce di stare con lui. È bastato parlarne una volta, e ragionandoci ha scritto: « Magari questa storia finirà presto, ma la mia anima mi dice di andare avanti, di godere ciò che mi spetta, di non fermarmi. Sono un po’ confusa ma, così facendo, sono felice! ».
Il femminile "avventuroso", che la abitava prima di sposarsi, ha avuto il sopravvento, per fortuna….

Paola sfuoca il marito e torna a splendere

Paola invece, dopo aver scoperto che il marito con cui ha condiviso moltissimi anni di vita, ha una relazione con un’altra donna, di colpo si sente un essere inutile, ma fedele ai suoi principi e per non far soffrire i suoi figli, decide di continuare a stare con lui. Così ci scrive: "Quando ci si separa, spesso molti padri dimenticano i figli e io non voglio che i miei soffrano. Però mi sento malissimo ed è come se non esistessi più" . Nelle sedute successive viene messo in primo piano il tema del capovolgimento e cioè del pensare prima a se stessi e poi agli altri. Se Paola tornerà a realizzare se stessa, “la sua pianta”, sarà una donna e una madre felice e questa gioia sarà trasmetterà ai figli. Deve sfuocare l’immagine del marito ogni volta che pensa alla sua famiglia e illuminare la donna che c’è in lei, che si diverte con i figli e con la propria vita. Paola via via ci riesce e la depressione se ne va.



 Commenti (2)
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  1. gabriellina822, Rimini (Emilia Romagna)
    soffro di sindrome di abbandono, ogni volta che vengo lasciata vivo male la solitudine, ancora oggi dopo un anno piango sono depressa e aspetto suo ritorno, nn uso farmaci per nn creare dipendenza, lo psicologo nn me lo posso permettere economicamente anche se capisco che parlare lo sfogo fa bene piu di qualsiasi medicina
    chicca691, Napoli (Campania)
    Credo che tu stia sbagliando, puoi andare all'ASL e con la ricetta del medico di famiglia paghi un ticket che ti dà diritto a varie sedute... io ne feci 8. Mi permetto di dirtelo perché ho approcciato anche io allo psicologo quando mi separai 17 anni fa. ho fatto 7 anni di vita da sola e poi ho incontrato un uomo, divorziato come me e senza figli, con cui ho convissuto per altri 9 anni e mezzo e da qualche mese gli ho chiesto di andare via da casa. sono comunque in terapia con la psicologa e prendo, per altri motivi, un ansiolitico. Non amo essere dipendente dai farmaci ma purtroppo sono dei salvavita. Prenditi cura di te stessa.


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